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Nel 2022 si è acceso il risiko di M&A nella moda. La ‘galassia’ dei fornitori conta 42 deal

PH: Tom Ford, P/E 2023

Nel 2022 si è acceso il risiko di M&A nella moda. La ‘galassia’ dei fornitori conta 42 deal

Di Milena Bello
6 Marzo 2023

Il 2022 si è rivelato un anno chiave nel risiko delle acquisizioni e, secondo le attese degli addetti al settore, anche l’anno in corso dovrebbe mantenere un trend piuttosto vivace, soprattutto sul fronte della ‘spartizione’ dei fornitori. È quanto emerge dall’analisi condotta da Pambianco sulle operazioni di M&A nel contesto della moda e dei terzisti nel corso dell’ultimo esercizio fiscale. Ebbene, secondo lo studio, che sarà pubblicato sul prossimo numero di Pambianco Magazine, nel corso dell’anno si sono avvicendate ben 23 operazioni sul fronte del prodotto moda in senso allargato (prendendo in considerazione anche il tessile, la gioielleria, le calzature e la distribuzione di abbigliamento online e offline). Tra queste, le più importanti sono state quella di Crocs che ha acquisito Hey Dude per 2,5 miliardi di dollari (circa 2,3 miliardi di euro), Carlyle che ha comprato Dainese, Estée Lauder che ha rilevato Tom Ford per 2,8 miliardi di dollari, spuntando così la ‘rivale’ Kering, anch’essa interessata al marchio, e Farfetch che ha acquisito il controllo di Ynap per un miliardo di dollari, rilevando il 47,5% del capitale dalla svizzera Richemont.

Alle operazioni nel segmento moda, nel 2022 si è aggiunto anche un numero importanti di operazioni nel mondo dei fornitori e del segmento a monte della filiera (supply chain, concerie, calzature e pelletteria, abbigliamento, tessile e gioielli). Nel dettaglio, sono stati 42 i deal conclusi in questo ambito, che hanno coinvolto appunto la galassia dei terzisti, sette delle quali hanno visto protagoniste due maison del lusso, Lvmh (direttamente o attraverso i suoi marchi o le sue divisioni) e Prada, che hanno preso il controllo di alcuni attori della supply chain del lusso e il marchio italiano Golden Goose che ha acquisito il suo fornitore Italian Fashion Team, a conferma dell’importanza, anche per i grandi gruppi della moda, di presidiare tutta la catena della produzione, portando sotto il proprio controllo anche i terzisti.

Se da una parte, quindi, i grandi gruppi hanno deciso di giocare la partita in prima persona investendo sulle piccole aziende, dall’altra si è ulteriormente rafforzato il fenomeno delle aggregazioni nel mondo della catena di fornitura con la spartizione delle aziende terziste all’interno di una manciata di holding industriali, ovvero il Gruppo Florence (che a inizio anno ha inserito nel suo portafoglio anche il Ricamificio GS, ventiduesima azienda della realtà presieduta da Francesco Trapani), Holding Industriale (Hind), Pattern (che a fine gennaio ha finalizzato l’acquisizione del maglificio Nuova Nicol) e Minervahub.

“Il trend delle operazioni nella manifattura per il lusso è un fenomeno molto rilevante”, commenta Alessio Candi, responsabile delle divisioni Consulting ed M&A in Pambianco. “Un mercato storicamente frammentato e composto da piccole medie aziende familiari che producono prodotti di eccellenza per i grandi brand del lusso, si è visto protagonista di un ondata di acquisizioni sia da parte degli stessi gruppi del lusso (che così si assicurano produzioni strategiche) sia da poli nascenti, come Florence, Pattern, SNG e Unomaglia, che sono diventati soggetti aggregatori di aziende produttive bei diversi settori (abbigliamento, maglieria, calzature)”. Su questo fronte, sottolinea Candi, “ci aspettiamo che il trend di concentrazione continui, essendo il mercato ancora molto frammentato, e che inoltre sui player più grandi possano arrivare anche interessi da parte di operatori internazionali”.

Sull’anno in corso ci si attende un trend ancora interessante in termini di operazioni di acquisizione. “Mi aspetto anche nel 2023 un buon numero di transazioni M&A di filiera nel lusso – spiega Mario Ortelli, managing partner di Ortelli&Co  – . In particolare, continueranno l’intergrazione verticale dei gruppi del lusso nei materiali e componentistica e di consolidamento dei terzisti da parte di operatori speciallizzati”. Tra i dossier da tenere d’occhio c’è sicuramente quello del Gruppo Florence che ha già dichiarato l’obiettivo di quotarsi entro la fine dell’anno. Ma, secondo gli addetti al settore, potrebbe anche essere venduto.

 

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