Anche Cuoio di Toscana è stata tra i protagonisti di Lineapelle, la kermesse dedicata al mondo conciario attiva fino a ieri 23 febbraio presso gli spazi espositivi di Rho Fiera Milano.
Il marchio creato nel 1985 per rappresentare il consorzio che porta lo stesso nome e riunisce sette concerie dei distretti di San Miniato e Santa Croce sull’Arno (Pisa) specializzate nella produzione di cuoio da suola ha raggiunto nel 2022 i 200 milioni di euro di fatturato. “Il 2022 è stato un anno di crescita”, ha commentato il presidente Antonio Quirici.
“La tendenza degli ultimi tre anni è l’aumento dei fatturati rispetto al periodo del Covid, si può dire che stiamo ritornando ai livelli pre-pandemici e complessivamente la situazione è positiva”. Un risultato raggiunto anche grazie alle esportazioni oltre confine, in mercati quali Francia, Portogallo, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Cina e Giappone, in virtù delle performance delle aziende coinvolte, specializzate nella lavorazione conciaria secondo criteri ecosostenibili.
Aggiunge infatti Quirici: “Il 40-50% dei nostri prodotti viene esportato e sono ormai 300 le persone impiegate nel complesso tra le nostre concerie, nel cuore del distretto toscano del cuoio”.
Sullo sfondo, le complessità dello scenario macroeconomico. “Abbiamo subito un aumento dei costi nelle nostre materie prime, accanto ai rincari energetici che hanno pesato sui processi chimici e l’impiego dei macchinari. Cerchiamo per quanto possibile di utilizzare fonti alternative, come i pannelli fotovoltaici di cui ci serviamo già da tempo, per ridurre il nostro impatto anche dal punto di vista dei costi”.
A caratterizzare la produzione del brand, è il processo relativo alla concia vegetale lenta in vasca, basato sull’utilizzo di materiali naturali come i tannini, estratti dalle piante di castagno, mimosa e quebracho, che garantiscono una lavorazione esente da metalli, “a tutela della salute dei consumatori e della qualità delle creazioni”. Proprio da qui nasce la suola verde, fiore all’occhiello del marchio, che prevede la trasformazione delle pelli grezze in un materiale pensato per essere durevole e letteralmente green.