Un 2021 chiuso all’insegna di risultati soddisfacenti, che sanciscono il ritorno ai livelli pre-Covid, e un 2022 che, al netto delle incertezze del panorama globale, permette di conservare l’ottimismo o addirittura di studiare nuove operazioni in chiave espansiva. Per le principali orologerie italiane di lusso, intervistate da Pambianco Magazine, il motore della crescita è il valore unico associato a un oggetto come un segnatempo d’alta manifattura, che non smette di appassionare e che conserva il fascino di un bene rifugio.
Andando ad analizzare i produttori di luxury watches, lo scorso anno ha riportato un nuovo record per il comparto dell’orologeria svizzera, il cui export ha sfiorato i 22,3 miliardi di franchi (circa 21,7 miliardi di euro), con un aumento del 31,2% rispetto al 2020 e del 2,7% rispetto al 2019. Questi numeri, diffusi dalla Fédération de l’horlogerie suisse, hanno battuto il precedente primato di vendite, che risaliva al 2014. L’industria elvetica degli orologi rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta più del 90% della sua produzione. A trainare è stato il segmento higher-end e le ricadute positive sui principali rivenditori non sono mancate. “Siamo molto soddisfatti dei risultati del 2021”, ha raccontato Chiara Pisa, AD di Pisa Orologeria. “L’anno – aggiunge – era cominciato in salita e devo ammettere di aver temuto che il futuro si prospettasse quanto mai incerto, se non addirittura più complesso del 2020. Il crescente interesse verso l’orologeria di alta qualità ci ha fatto comprendere che l’arte e la passione che il nostro settore sprigiona vincono sempre, a prescindere dal fatto che il contatto avvenga in boutique o sul web. Questa certezza è condivisa anche dai nostri partner, la cui collaborazione nel rafforzare l’immagine dei brand in quei momenti delicati si è rivelata preziosa. L’ottima conclusione del 2021, che ha visto un aumento di circa il 15% sui ricavi del 2019, ci ha dato tutta la forza e l’entusiasmo per iniziare il 2022, il cui andamento, nel primo trimestre, si è rivelato incoraggiante”. Degno di nota, spiega l’AD dell’insegna milanese nata nel 1940, anche l’ampliamento dell’offerta con l’area dedicata alla gioielleria, che evidenzia un balzo del 64%, in termini di vendite, rispetto al 2019.
Per Verga 1947, rivenditore autorizzato Rolex, Patek Philippe, Cartier e Tudor, il 2021 è stato “il miglior anno dalla nascita della società” (fondata nel 1947, ndr.). A spiegarlo è lo stesso Umberto Verga, presidente dell’azienda di famiglia: “Il nostro fatturato aggregato supera i 34 milioni di euro. Abbiamo inoltre registrato un’ottima marginalità, legata al fatto che non sono più previsti sconti sugli orologi, a causa dell’elevata richiesta degli stessi. Vi è in generale una minore quantità di prodotti immessi sul mercato e un innalzamento dei prezzi. Nelle fasi di stop legate alla pandemia abbiamo visto un’accelerazione nella domanda, segno dell’interesse sempre alto per gli orologi di lusso, che diventano occasioni di investimento. Inoltre, il 90% della nostra clientela è italiana, quindi non abbiamo risentito del rallentamento del turismo internazionale”. Stando ai dati di avvio del 2022, l’anno in corso dovrebbe essere addirittura migliore del 2021. A incoraggiare è anche il successo del secondo polso, e soprattutto del vintage, mercato che coesiste con il nuovo e nel quale è evidente “l’esplosione dei prezzi”. I prossimi mesi vedranno due nuove aperture targate Verga 1947 in via Capelli a Milano, nonchè l’apertura di Casa Verga nello store di via Mazzini.
Rocca, catena di proprietà del Gruppo Damiani, ha reagito con tempestività al contesto anomalo degli ultimi due anni, investendo sulla digitalizzazione ma anche sul retail fisico. L’insegna ha consolidato la sua partnership con Rinascente, ha rinnovato e riaperto il punto vendita di Bologna e si prepara all’apertura della boutique Rolex in Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano. Al vaglio, inoltre, c’è l’espansione all’estero. Lo scorso novembre, quando Damiani ha annunciato l’acquisizione di Floris Coroneo (retailer che distribuisce, nei punti vendita di Cagliari e di Porto Cervo, marchi di orologeria e alta orologeria) la controllante ribadiva, per Rocca, obiettivi di forte crescita, sia organica sia di perimetro, come consolidatore nel settore. “Dal punto di vista del business – ha commentato Stefano Amirante, merchandising manager di Rocca -, è importante non smettere di cogliere opportunità strategiche. In Italia, il tessuto industriale è ricco di aziende di piccole-medie dimensioni che sono ancora di proprietà delle famiglie fondatrici ma che, a seguito dei mutamenti economici e sociali in atto, devono scegliere la strada migliore per continuare ad essere competitive sul mercato. L’obiettivo del Gruppo Damiani è poter essere d’aiuto facendo fronte comune e mettendo la propria esperienza e organizzazione al servizio di queste realtà del settore (siano esse retailer, brand o produttori) con l’ambizione di crescere insieme”.
A Roma una realtà di riferimento per gli appassionati di alta orologeria è Hausmann & Co., la cui fondazione data 1794. Il player è attivo attraverso uno store multibrand in via del Babuino e tre monomarca in via dei Condotti: la Boutique Rolex, aperta nel 2018, la Boutique Patek Philippe inaugurata nel 2019 e la Boutique Tudor aperta nel 2020. I punti vendita, ubicati in palazzi storici nel cuore di Roma, sono supportati da un centro assistenza annoverato tra i più importanti laboratori in Italia. Il 2021 per il gruppo si è chiuso con numeri positivi, segnando il ritorno a risultati pre-pandemia. Il 2022 ha confermato, per ora, lo stesso trend, anche grazie al secondo polso, “un settore sempre più ricercato da clienti di tutto il mondo – fanno sapere i vertici di Hausmann & Co. -, che ci permette dunque di entrare in contatto con mercati in cui ancora non siamo individuati come punto di riferimento”.
Lo speciale dedicato alle principali orologerie italiane di lusso è disponibile sul numero 3 di Pambianco Magazine.


