La Galleria Vittorio Emanuele ancora al centro di contenziosi per i contratti dei prestigiosi locali commerciali. Al centro della lite giudiziaria c’è la maison Versace che ha chiesto il risarcimento al Comune di Milano per il mancato rinnovo del contratto. La domanda è stata accolta dal Tribunale che ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti di Palazzo Marino per 751mila e 395 euro, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Il comune di Milano ha già annunciato il ricorso.
Si tratta di una storia che va avanti da anni, infatti la diatriba risale a quando ancora era possibile cedere il ramo d’azienda per far subentrare un’altra insegna a quella che voleva lasciare il posto. Mentre oggi le concessioni degli spazi in questione passano solo attraverso una gara pubblica indetta dal Comune. Ai tempi, precisamente nel 2013/2014, Versace si assicurò un posto di grande visibilità in Galleria proprio grazie alla cessione di ramo d’azienda da parte dell’insegna di gioielleria Bernasconi, che si trasferì in via Manzoni. Il prezzo della cessione fu stabilito in 15 milioni di euro. La griffe chiese poi il rinnovo della concessione prima della scadenza del 2020, ma il comune fece comunque la gara, che fu vinta da Dior dopo ben 38 rilanci per poco più di cinque milioni di euro annui di canone, partendo da una base d’asta di 951mila euro.
Perso lo spazio in Galleria, Versace non si è arresa e ha presentato un ricorso per ottenere una indennità di fine rapporto in seguito al mancato rinnovo, fino ad avere la meglio in tribunale e, appunto, a costringere Palazzo Marino a sborsare oltre 751mila euro. Dal canto suo anche il Comune non intende arrendersi: farà infatti ricorso al Tar, che in passato ha negato un’indennità a chi non si era visto rinnovare la concessione, partendo inoltre dal presupposto che un tribunale ordinario non ha il diritto di occuparsi di una materia come questa.