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La corsa della moda accessibile non si ferma. Il 2022 verso il pre-Covid

PH: Juan Di Nulla (Unsplash)

La corsa della moda accessibile non si ferma. Il 2022 verso il pre-Covid

Di Redazione
15 Giugno 2022

I dati congiunturali avevano già in qualche modo sancito il recupero della moda in generale ai livelli pre-Covid entro la fine di quest’anno. Un segnale positivo in questa direzione arriva anche dal segmento del fashion accessibile. Lo conferma l’ultima trimestrale appena pubblicata, quella del colosso H&M, che ha divulgato i risultati del periodo terminato lo scorso 31 maggio. Nel secondo trimestre dell’anno i ricavi del gigante di Stoccolma sono balzati in avanti del 17% su base annua, attestandosi a quota 54,5 miliardi di corone svedesi (circa 5,14 miliardi di euro).

Un risultato che batte anche le attese della comunità finanziaria. Secondo quanto riportato da Reuters, gli analisti di Refinitiv infatti avevano previsto vendite pari a 52,8 miliardi di corone. Permane ancora il gap con il 2019 pre-pandemia, il cui secondo trimestre era arrivato a toccare 57,4 miliardi di corone di fatturato, ma il divario si sta assottigliando.

La parabola di H&M sembra ricalcare e confermare, seppur in modo meno evidente, quella di Inditex, che la scorsa settimana ha brillato sulla Borsa di Madrid grazie a un primo quarter 2022 che ha totalizzato ricavi da 6,7 miliardi di euro, in crescita del 36% sullo scorso anno e anche sui 5,93 miliardi del 2019.

“Sebbene in modo meno spettacolare rispetto a Inditex – hanno commentato a Reuters gli analisti di Jefferies, esprimendo un rating ‘hold’ sulle azioni dell’azienda svedese – H&M conferma anche oggi che il processo di riapertura in Europa ha portato al persistere di una forte domanda nelle ultime settimane”.

Gli effetti del graduale ritorno alla normalità dei consumi dopo la crisi pandemica non stanno tardando a manifestarsi anche nel Belpaese. Ne è testimonianza l’avvio d’anno di Ovs, che sta brindando all’aumento del 30,6% sul 2021 delle vendite messo a segno nel primo trimestre del corrente fiscal year, archiviato ad aprile. Le vendite sono ammontate a 299,9 milioni di euro per il gruppo guidato da Stefano Beraldo, con un andamento positivo che ha caratterizzato i brand Ovs e Upim e in generale tutti i canali distributivi.

“Il periodo dell’anno sin qui trascorso – ha commentato Beraldo, AD di Ovs – rappresenta il primo banco di prova rispetto alla reazione dei consumatori alle dinamiche inflattive, alle relative pressioni sul potere d’acquisto e, non ultimo, all’aumento dei prezzi dei nostri prodotti. Nel primo trimestre registriamo un aumento delle vendite a parità per entrambi i nostri principali marchi. Il gross margin è in crescita e ha potuto beneficiare di un’ottima gestione dei mark-down con le vendite a prezzo pieno che continuano ad essere superiori al 70 per cento”.

Bene anche la redditività: nei tre mesi l’ebitda è stato pari a 161,7 milioni di euro, contro i 156,3 milioni del 2019. La posizione finanziaria netta rettificata si è attestata a 265,1 milioni ed era invece di 474,9 milioni al 30 aprile 2021.

I risultati finanziari dei primi tre mesi dell’esercizio hanno avuto un’ulteriore accelerazione nel mese di maggio in cui, grazie a un contesto di condizioni meteo ottimali e di recupero dei ritardi negli arrivi della merce, le vendite hanno superato quelle del 2021, spiega il gruppo nella nota ufficiale che accompagna i risultati. Performance che – si legge nella nota – ha permesso di superare, nei quattro mesi, il livello di vendite pre-pandemia. “Pur in presenza di un contesto di volatilità geopolitica e pressioni inflazionistiche, i risultati ottenuti e le azioni intraprese ad oggi ci permettono di guardare con fiducia alla restante parte dell’anno”, ha concluso Beraldo.

 

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