L’artigianalità, la qualità e l’innovazione tricolore sono elementi fondamentali per lo sviluppo del business di Chanel negli anni a venire. Parola del presidente Bruno Pavlovsky che, in occasione di un workshop tenutosi ieri mattina prima dello show Métiers d’Art in scena a Firenze, ha fatto luce sui fattori che contribuiscono al successo della maison francese parlando a un gruppo di circa 240 studenti di istituti come Polimoda, Bocconi e Politecnico di Milano.
Molti di questi fattori si trovano appunto in Italia e non sorprende quindi che questa volta Chanel abbia deciso di tenere la sfilata, originariamente presentata il 7 dicembre a Parigi, a Firenze, evidenziando il forte legame con il Bel Paese. Come ulteriore dimostrazione di questa profonda unione, la griffe ha svelato ieri un’inedita partnership col Politecnico di Milano in linea con la trasformazione sostenibile delle attività della maison avviata diversi anni fa. “Questo accordo rappresenta una risposta a diverse grandi sfide per Chanel – si legge nella dichiarazione ufficiale della partnership – l’obiettivo è quello di fare leva sulle competenze del Politecnico per sviluppare nuovi modelli che tengano conto dei rapidi e profondi cambiamenti nelle attività manifatturiere del mondo del lusso, oltre che sostenere e accelerare l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo di materiali e processi produttivi più sostenibili nei settori essenziali per l’attività del brand”. Attraverso questa collaborazione, Chanel consolida il suo posizionamento nel panorama industriale italiano e, contestualmente, avvierà iniziative di recruitment, valorizzazione dei talenti e formazione continua per i propri collaboratori.
“In Chanel amiamo l’Italia – ha affermato Pavlovsky, secondo quanto riporta Wwd -. Metà della nostra vita è in Italia e quello di cui abbiamo bisogno è avere i migliori talenti”. Va sottolineato infatti, che oggi l’Italia gioca un ruolo fondamentale nelle attività manifatturiere di Chanel. Dall’acquisizione del calzaturificio italiano Roveda nel 1999, la luxury label ha acquisito altre otto aziende specializzate in calzature, pelletteria, conceria e tessile, tutte partner fondamentali per la realizzazione delle sue collezioni.
Al momento in Italia ci sono sette boutique, quella di Firenze riaprirà a luglio. Parlando degli aspetti finanziari, il manager ha affermato che è improbabile che la società aumenti di nuovo i prezzi in tempi brevi, dopo la recente serie di rincari che tuttavia non ne ha rallentato il business. Infatti la maison della doppia C ha chiuso il suo ultimo fiscal year a +50% sul 2020 mettendo a segno ricavi pari a circa 15,6 miliardi di euro. Quasi triplicato l’utile operativo, balzato in avanti del 170% a più di 5 miliardi. Un risultato importante che mette in luce una crescita del 23% anche sul 2019 pre-pandemia.