“Burberry è un’azienda britannica unica con una storia e un patrimonio straordinari ed è un privilegio prenderne le redini in questa sua nuova fase. La società ha fatto grandi progressi negli ultimi cinque anni per elevare il brand, il prodotto e l’esperienza del cliente nel segmento lusso. Non vedo l’ora di definire i miei piani, a partire da queste solide basi, e di accelerare la crescita nei risultati intermedi il prossimo novembre”. A parlare è Jonathan Akeroyd, nuovo chief executive officer della maison inglese, che nell’anno al 22 aprile scorso ha registrato ricavi per oltre 2,8 miliardi di sterline (circa 3,3 miliardi di euro), in crescita del 23 per cento. Akeroyd dovrebbe seguire il solco tracciato dal predecessore Marco Gobbetti, cercando di rendere Burberry un marchio higher-end, riducendo la distribuzione di terze parti ed eliminando gli sconti sulle borse Olympia o sulle sciarpe tartan. Le vendite a parità di perimetro sono crescite di 18 punti percentuali, spinte proprio dal full-price. Il taglio alle promozioni ha riguardati anche il canale digitale. Nel solo Q4 le vendite comparabili hanno segnato un +7%, con i lockdown della Cina Continentale che hanno penalizzato il mese di marzo. Nelle 53 settimane il profitto operativo adjusted è passato da 396 a 523 milioni di sterline.
La maison ha cambiato il suo logo nel 2018, avviando il rinnovo della rete di negozi. Entro la fine dell’anno – spiega Bloomberg – un quarto dei negozi Burberry gestiti direttamente avrà il nuovo design. Nel corso dell’esercizio fiscale l’azienda ha investito nei capispalla e nella pelletteria. Le vendite di outerwear a prezzo pieno FY22 sono cresciute del 39% e i leather goods hanno registrato una crescita delle vendite full price del 28 per cento.
Nel medio termine, Burberry ha confermato la guidance per una crescita dei ricavi high-single digit. “Le nostre stime – si legge nella nota della griffe di Londra – dipendono dall’impatto del Covid-19 e dal livello di ripresa della spesa dei consumatori nella Cina continentale. Sebbene l’attuale contesto macroeconomico crei una certa incertezza a breve termine, stiamo attivamente gestendo il ‘vento contrario’ dell’inflazione. Sulla base dei tassi al 6 maggio 2022, prevediamo una variazione valutaria di 159 milioni di sterline sui ricavi e 92 milioni di sterline sull’utile operativo rettificato nell’esercizio 2023”.
Con riferimento specifico all’Ex Celeste Impero, Julie Brown, chief financial and operating officer di Burberry, ha evidenziato una flessione del 13% nel Gigante asiatico nell’ultimo quarter. Attualmente circa il 40% della rete di Burberry in Cina è interessato dalla chiusura dei negozi e dall’interruzione dell’e-commerce. Il management si aspetta “una ripresa rapida e pronunciata” una volta che i lockdown saranno terminati.
Akeroyd presenterà la sua nuova strategia per il gruppo, appunto, il prossimo novembre. Nel frattempo, la società ha annunciato un buyback di azioni per 400 milioni di sterline nell’anno fiscale, una quota maggiore rispetto a quanto stimato da Morgan Stanley.