I gioielli di Pandora brillano più delle stime del mercato nel primo trimestre dell’esercizio fiscale. Il player danese, nel Q1, ha infatti registrato ricavi per poco meno di 5,7 miliardi di corone (circa 766 milioni di euro), in aumento del 21% e oltre i 5,2 miliardi di corone attesi dagli analisti consultati da Reuters. Il dato, inoltre, segna un +18% rispetto allo stesso periodo del 2019. I profitti operativi sono passati da 903 milioni di corone a 1,3 miliardi. Il presidente e CEO di Pandora, Alexander Lacik, ha espresso grande soddisfazione per i risultati “record” del Q1: “È una crescita su vasta scala, il che significa che tutti i nostri mercati principali, ad eccezione della Cina, sono in buona crescita e tutte le piattaforme di prodotto stanno contribuendo alla crescita”, ha spiegato Lacik a Reuters.
La nota dell’azienda parla di una progressione organica a due cifre in tutta Europa rispetto al 2019. I ricavi sono aumentati del 7% negli Stati Uniti, con un miglioramento del 62% rispetto al primo trimestre del 2019. Negli Usa la società ha inoltre acquisito 32 negozi in franchising, la maggior parte sulla costa occidentale, e ha stretto una nuova partnership con Macy’s.
L’azienda di preziosi ora prevede che la crescita delle vendite organiche per l’intero anno sarà compresa tra il 4% e il 6%, contro una precedente forchetta del 3-6%, ma ha affermato che le previsioni per il 2022 sono soggette a “elevata incertezza”. A pesare sono, ovviamente, il conflitto in Ucraina, le recrudescenze del Covid-19 e le pressioni inflazionistiche. “Stiamo assorbendo questi costi all’interno delle linee guida”, ha affermato Lacik, aggiungendo che l’uscita dalla Russia e i costi legati all’inflazione potrebbero portare a spese aggiuntive per circa 200 milioni di corone quest’anno.
La volatilità della congiuntura globale ha rallentato la performance di Pandora sui listini: in mattinata il titolo del gruppo perdeva oltre 2 punti percentuali alla Borsa di Copenaghen.