Anche il settore della filiera tessile italiana si aspetta un recupero del fatturato entro la fine del 2021, con un andamento più positivo per il mondo dei filati per maglieria rispetto ai tessuti e in particolare a quelli lanieri. È quanto emerge dalla ricerca “Quale futuro per la filiera italiana del tessile-moda”, nella quale sono analizzate le tematiche più significative relativamente all’industria e ai mercati del settore tessile-moda, presentata in occasione dell’assemblea annuale di Smi che ha visto l’insediamento ufficiale del nuovo presidente Sergio Tamborini (Ratti Spa), nominato lo scorso 29 settembre.
Secondo lo studio, condotto da Luca Bettale, partner di Long Term Partners-Oc&c, i volumi di produzione in Italia di filati per maglieria dovrebbero tornare ai livelli del 2019 già dal prossimo anno (nonostante le tonnellate, due anni fa, siano state in calo rispetto alle tonnellate del 2017 e 2018), e restare stabili fino al 2025. Per contro, la ricerca evidenzia il trend dei tessuti lanieri che, a livello di volumi, pur migliorando i dati fino al 2025, manterrà ancora un certo gap rispetto ai volumi del 2019. Tuttavia, 79 associati su 100 prevedono un 2021 in crescita rispetto all’anno precedente.
In questo quadro di rilancio, pesano soprattutto due incognite, i prezzi delle materie prime e l’aumento vertiginoso del costo dell’energia. Questi fattori stanno ridisegnando le priorità delle industrie manifatturiere, le quali devono fare fronte a rincari che incidono pesantemente all’interno della filiera. “Quello dell’energia è un problema non solo del tessile, ma di tutto il mondo che gravita attorno, penso alla chimica per esempio. Alcune realtà hanno fermato temporaneamente gli impianti proprio per questi rialzi e questo problema potrebbe toccare a cascata anche il tessile”, ha sottolineato il neo presidente di Smi che, in occasione del suo insediamento, ha presentato invece i punti salienti del suo programma, partendo proprio dalla necessità, oggi più reale che mai, di associarsi, di lavorare insieme, in un costante confronto, per una sempre maggiore integrazione e contaminazione di idee ed esperienze.
Tra i capisaldi del programma di Tamborini c’è il tema della sostenibilità, in sinergia con la circolarità. “Bisogna parlarne in modo serio, mentre fino a ora si è fatto molto greenwashing”, commenta il neo presidente. “A ben vedere la sostenibilità è antitetica al consumo, e la moda invece ha sempre bisogno di novità. Serve una negoziazione pratica, quindi. L’Europa e la Commissione europea hanno definito uno strumento, il Pef, che misura l’impatto ambientale delle imprese e quindi le indirizza verso nuove forme di circolarità sempre più evolute e meno impattanti sull’ambiente. Smi è in grado di promuovere il primo consorzio di produttori sul tema della circolarità”.
A fianco della sostenibilità ambientale, altro tema forte per Smi sarà quello della formazione, elemento indispensabile per il rilancio del settore, dato che le nuove tecnologie richiedono infatti nuove competenze, sempre più specifiche.