La domanda mondiale di gioielli in oro consolida nel secondo trimestre dell’anno (+60%) il rimbalzo già registrato nei primi tre mesi del 2021 (+54%). È quanto è emerso dal focus sul settore orafo elaborato da Intesa Sanpaolo e diffuso dalle principali agenzie di stampa. Il settore orafo italiano sta mostrando una buona capacità di cogliere questi segnali di ripresa con un fatturato in crescita dell’80% rispetto ai minimi della prima metà del 2020, ma che, soprattutto, è già dell’8% superiore rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche le esportazioni italiane di gioielli in oro hanno già recuperato i livelli pre-crisi sia in quantità (+3,6%), sia in valori (+0,4%), grazie soprattutto al traino degli Stati Uniti, tornati ad essere uno dei motori della crescita del comparto.
“Nonostante diversi fattori alimentino pressioni al ribasso, i prezzi della maggior parte delle materie prime sono ben sostenuti, grazie a mercati fisici tesi. La scarsità di offerta resta infatti un problema significativo in molte filiere – riflette Intesa Sanpaolo -. La mano invisibile del mercato riuscirà gradualmente a ripristinare l’equilibrio, poiché le elevate quotazioni stanno sollecitando una risposta sul fronte dell’offerta, mentre l’erosione della domanda e i progressi tecnologici potrebbero frenare i consumi di alcune materie prime. Tuttavia, questi processi di adeguamento richiederanno tempo e dovremmo prepararci a quotazioni delle materie prime che si mantengano su livelli superiori alla media a cinque anni per un periodo prolungato”.
I prezzi dei metalli preziosi hanno registrato una diminuzione spiegata dal rafforzamento del dollaro americano e dalle aspettative di un imminente tapering da parte della Federal Reserve. Nei prossimi mesi, l’adozione di politiche monetarie più restrittive negli Stati Uniti e in Europa potrebbe erodere ulteriormente il supporto di oro e argento.