Cotone, gli Usa bloccano l’import dallo Xinjiang

C’è anche il cotone al centro dello scontro geo-politico tra Stati Uniti e Cina, ma questa volta la contesa non riguarda una battaglia doganale, bensì il sospetto sul ricorso al lavoro forzato. Secondo quanto confermato dalle agenzie di stampa internazionali (alcune notizie sul tema circolavano già la scorsa estate), Washington ha infatti annunciato lo stop alle importazioni di cotone, nonché di prodotti a base di pomodoro, in arrivo dalla regione cinese dello Xinjiang, territorio autonomo nel nord-ovest dell’Ex Celeste Impero.
“La decisione della US Customs and Border Protection – spiega Adnkronos – è motivata con il sospetto che questi beni siano stati prodotti utilizzando il lavoro forzato. L’agenzia ha affermato di aver indagato e trovato indicatori di lavoro forzato tra cui schiavitù per debiti, restrizione di movimento, intimidazioni e minacce, trattenuta dei salari e condizioni di vita e di lavoro degradanti”.
Al personale della dogana Usa sarà dunque ordinato di bloccare prodotti quali abbigliamento, tessuti, semi di pomodoro e pomodori in scatola. Relativamente ai prodotti tessili, Business of Fashion parla di oltre 1,5 miliardi di pezzi l’anno, per un valore retail che supera i 20 miliardi di dollari (circa 16,5 miliardi di euro). Gli importatori dovranno assicurarsi di non acquistare prodotti realizzati utilizzando il lavoro forzato a qualsiasi livello della catena di approvvigionamento.
La mossa, si legge sempre sulle agenzie, segue l’annuncio della Gran Bretagna che nei giorni scorsi ha dichiarato che avrebbe inasprito le sue leggi contro la schiavitù moderna per punire le imprese legate ai presunti abusi delle minoranze musulmane nello Xinjiang.
“Gli esperti – conclude Adnkronos – hanno stimato che almeno 1 milione di uiguri, kazaki, huis e di altre minoranze sono stati collocati in campi di indottrinamento politico per ragioni apparentemente arbitrarie come pregare o viaggiare all’estero”.
La Cina ha ripetutamente negato qualsiasi violazione dei diritti umani nello Xinjiang.