Anche Mango rivede la sua strategia in Cina. La notizia è apparsa su FashionNetwork ed è stata confermata dallo stesso brand spagnolo che, nel 2019, si era alleato con il player locale Hangzhou Jingzhe Clothing per sviluppare la propria rete fisica nell’Ex Celeste Impero, aprendo 16 nuovi negozi. Le attuali difficoltà del retail fisico hanno però portato il gruppo a virare sul digitale, che avrà ora un ruolo preponderante rispetto allo sviluppo brick and mortar. “Come ha confermato lo stesso marchio a FashionNetwork – si legge sulla testata specializzata -, Mango andrà a privilegiare lo sviluppo del canale digitale, a scapito dei negozi fisici. Il brand di Barcellona dispone del proprio sito di vendita online in Cina, ed è anche distribuito sul portale multimarca Tmall, filiale del gruppo Alibaba“.
La scelta di investire sul commercio digitale piuttosto che su quello fisico avrebbe causato l’uscita di David Sancho, l’ex CEO di Mango in Cina. “Quando Mango ha dovuto chiudere i suoi negozi in Cina alla fine di gennaio 2020 a causa della pandemia di coronavirus, possedeva 26 vetrine nel Paese”, spiega sempre FashionNetwork.
La notizia avvicina le strategie di Mango a quelle del colosso del fast fashion Inditex che chiuderà gli store fisici di Bershka, Pull&Bear e Stradivarius in Cina, per scommettere solo sulla loro presenza e-commerce. Secondo quanto riferito da Modaes, attualmente, Bershka conta 34 negozi in Cina Continentale, Pull & Bear 37 e Stradivarius 22, ma in passato erano di più. Il gruppo ha infatti iniziato a chiudere i punti vendita fisici dei tre brand già lo scorso anno.