Cnmi esamina la sostenibilità sociale nella supply-chain

Carlo Capasa, presidente Cnmi
Camera Nazionale della Moda Italiana ha pubblicato un ‘Rapporto sulla Sostenibilità Sociale’ che esamina in profondità le condizioni salariali e lavorative nell’ambito della supply-chain italiana della moda di lusso.
Lo scopo di questo progetto pilota per una politica salariale equa è comprendere meglio le condizioni lavorative e salariali delle migliaia di dipendenti che lavorano nel settore lusso in Italia, tenendo conto anche del ruolo chiave dei contratti collettivi nazionali del lavoro concordati fra i datori di lavoro e i sindacati.
Nel 2019-2020, prima della pandemia globale, Fair Wage Network insieme a Cnmi ha condotto un sondaggio unico tra 45 fornitori nazionali, dalle piccole botteghe artigianali alle grandi industrie, per tutti i tipi di attività del settore lusso, tra cui tessile, pelletteria, calzature, accessori e molti altri prodotti. Il sondaggio si è avvalso di interviste a quasi 1.100 dipendenti in tutte le regioni italiane. Il rapporto ha evidenziato che quasi tutti i fornitori operano nel pieno rispetto delle leggi, mentre quasi il 100% dei lavoratori ha dichiarato di ricevere puntualmente lo stipendio, senza ritardi. Il salario medio lordo presso i fornitori interpellati era di 2.062 euro al momento del sondaggio (secondo semestre 2019 – inizio 2020), ossia superiore quasi del 50% allo stipendio minimo per l’Italia (calcolato da Fair Wage Network a 1.387 euro). I risultati del sondaggio rivelano quindi che il settore del lusso, grazie ai meccanismi di contrattazione collettiva e all’impegno per la qualità, eroga salari equi, piuttosto che meramente sufficienti. Nel complesso, l’81% dei lavoratori era pienamente (24%) o parzialmente (57%) soddisfatto dalle proprie condizioni di lavoro, mentre l’82% era del tutto soddisfatto del salario (16%) o parzialmente soddisfatto (66%). Durante il sondaggio, il 25% dei fornitori raggiungeva la soglia necessaria ad ottenere la certificazione Fair Wage, mentre la maggior parte degli altri fornitori visitati erano in grado di raggiungere tale livello nel breve mediante rettifiche e miglioramenti delle prassi salariali.
Sono state inoltre individuate alcune aree di miglioramento, come l’esigenza di garantire pagamenti completi per gli straordinari, di collegare ulteriormente i salari alle prestazioni, competenze ed esperienza professionale, migliorando ancora i sistemi retributivi in una direzione tale che permetta ai lavoratori di sviluppare la sensazione di un impegno a lungo termine nel proprio lavoro. Il monitoraggio e la contrattazione salariale a livello della singola impresa, per completare i contratti collettivi a un livello superiore del settore e/o regione, dovrebbero anche garantire che nessun lavoratore si trovi al di sotto della soglia base richiesta, a causa della propria particolare situazione famigliare o economica, come si osserva in alcuni casi.
“L’obiettivo del Rapporto sulla Sostenibilità Sociale e del Piano d’Azione preparato con Cnmi è comprendere meglio il contesto della supply-chain italiana e supportare l’industria per l’adozione e l’attuazione nella cultura aziendale di alcuni principi base. L’iniziativa costituisce un primo passo e mira a migliorare progressivamente le condizioni salariali lungo le filiere, garantendo la coerenza necessaria quando si tratta di salari”, ha commentato Carlo Capasa, presidente di Cnmi.