L’orologeria svizzera ha registrato una “crisi senza precedenti” nei primi sei mesi dell’anno, colpita dalla pandemia Covid-19 e della conseguente sospensione temporanea della produzione e delle vendite. A renderlo noto è la Federazione dell’industria orologiera svizzera, che, per l’intero 2020, prevede una contrazione del mercato di circa il 30 per cento.
L’export dei primi sei mesi dell’anno si attesta sui 6,9 miliardi di franchi svizzeri (circa 6,4 miliardi di euro), dato di gran lunga inferiore ai 10,7 miliardi registrati nello stesso periodo dell’anno scorso (-35,7% su base annua). Nel solo mese di giugno la flessione è stata del 35,1% a 1,1 miliardi di franchi. In crescita gli scambi con la Cina continentale, con esportazioni a +47,1%, mentre Hong Kong e gli Stati Uniti hanno registrato un crollo rispettivamente del 54,6% e 57 per cento.
Le conseguenze più gravi dell’emergenza sanitaria e del lockdown sul settore delle lancette elvetiche si sono fatte sentire nel secondo quarter, quando l’export ha lasciato sul terreno il 61,8 per cento.