Unic-Concerie italiane mette a segno una vittoria storica. D’ora in poi, i termini ‘cuoio’, ‘pelle’ e ‘pelliccia’ potranno essere usati soltanto per identificare materiali derivati da spoglie di animali. Addio, quindi, alle non ortodosse definizioni ‘ecopelle’, ‘vegan-leather’ e simili utilizzate per materiali sintetici.
“Un importantissimo risultato per il settore conciario italiano e per la filiera pelli in generale”, sono le parole con cui l’associazione ha commentato il decreto legislativo approvato il 28 maggio dal Consiglio dei Ministri con “l’obiettivo di avere una chiara e univoca indicazione dei materiali utilizzati e di eliminare potenziali ostacoli al buon funzionamento del mercato”. Il decreto, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, contiene inoltre “disposizioni che riguardano esclusivamente i requisiti essenziali di composizione che i prodotti e i manufatti con essi fabbricati devono soddisfare per poter essere immessi sul mercato”.
Per Unic si tratta del coronamento di un lungo e costante lavoro di sensibilizzazione sull’uso corretto della terminologia conciaria, regolamentato da un’ormai vetusta legge del 1966. Sulle eventuali violazioni, come la mancanza di etichetta o contrassegno, e l’utilizzo di etichetta o contrassegno non conforme ai requisiti richiesti, vigileranno Camere di Commercio, Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza e Polizia Giudiziaria, mentre il Ministero dello Sviluppo Economico curerà l’attività di monitoraggio e coordinamento delle disposizioni.