Con l’epidemia meglio il New Yorker che Vogue Us

Anna Wintour (ph. @voguemagazine)
Niente è per sempre. Il dominio di Vogue Usa all’interno della casa editrice americana Condé Nast sembra sul viale del tramonto. Secondo un’inchiesta pubblicata dal New York Times il magazine diretto da Anna Wintour, il più remunerativo per il gruppo, si appresta ad affrontare una crisi economica ancor più dura di quella che seguì al crollo delle Twin Towers. I trend negativi per la carta stampata e per il settore advertising sono ormai una costante per Condé Nast dal 2008, e non c’è ancora stata una vera e propria risalita. Vogue Usa, più di tutti gli altri giornali del colosso editoriale, dipende dagli investimenti degli inserzioni, ma l’emergenza Covid-19 ha rallentato prepotentemente il settore moda, come dimostra la crisi che sta abbattendo il retail statunitense.
Parallelamente, in Condé Nast ha guadagnato terreno The New Yorker, “the strongest business in the company“, l’unico a non vantare abbonamenti economici come le altre testate che hanno invece preferito sfoggiare numeri di distribuzione più alti per attrarre gli inserzionisti.
“Ci sono trend che erano già evidenti prima, alcuni positivi e altri negativi, la crisi li sta semplicemente accelerando tutti”, ha dichiarato al Nyt il CEO di Condé Nast Roger Lynch. “Credo che molti pensino a Condé Nast come a un grande business editoriale con tanta teatralità ed eccesso. Non è più quel tipo di azienda oggi”, ha spiegato il manager che ha ridotto del 50% il suo stipendio e del 20% quello di Wintour. Ciò però, riporta il New York Times, non fermerà i direttori dal compilare liste di dipendenti da licenziare.