La cosiddetta Fase 2 sembra essere alle porte anche per L’Italia. L’emergenza Covid-19 ha portato alla chiusura di stabilimenti specializzati e punti vendita per oltre un mese paralizzando di fatto il sistema moda che oggi inizia a pensare a tirare su le saracinesche: “Non si tratta di quando, ma di come, tutto ruota intorno all’organizzazione. La riapertura dovrebbe avvenire a comparti e scaglionata per zone geografiche”, spiega a Pambianconews Marcello Tortora, CEO di Medias, società di comunicazione con sedi in Italia e Spagna, e partner di brand come Fracomina, di cui è marketing manager, e Cannella.
Tortora ha messo a punto 5 sfide per le aziende che dovranno rivedere le proprie strategie professionali ai tempi dell’emergenza sanitaria. La tecnologia giocherà un ruolo centrale, a partire da un accurato sistema di customer relationship management fino a un progetto operativo con la diminuzione degli spostamenti per ricerca e sviluppo, sopratutto da e per la Cina. “I meeting digitali cui sto prendendo parte sono spesso più costruttivi di quelli organizzati in sala riunioni, le decisioni vengono prese con attenzione e spesso più velocemente. Ad esempio, per Fracomina abbiamo allestito uno showroom virtuale che sostituirà le canoniche presentazioni a Milano”, illustra il manager.
Altro punto focale è l’implemento dei protocolli di sicurezza, sia interni sia esterni alla società: “Non solo devono seguire le norme generali dettate dal Governo, ma vanno ampliati anticipando le paure dei consumatori, e, fondamentalmente, devono essere comunicati nel miglior modo possibile”, precisa Tortona.
“Anche nel fast fashion i consumatori non vorranno più comprare prodotti che scadono immediatamente. Occorrerà ideare delle collezioni resilienti incentrate su prodotti più sicuri, ovvero capaci di superare le mode temporanee e di durare nel tempo interpretando concetti come comodità e feel good”, dichiara Tortora, teorizzando l’ascesa di una “real fashion”.
Dal punto di vista comunicativo, sarà centrale il ruolo della brand awareness: “Vincerà chi ha già una buona reputation, sarà sempre meno possibile comunicare in maniera inconcreta la moda, che invece si dovrà adattare a un modello realistico del mercato. Le aziende potrebbero non investire con la stessa frequenza su figure come le influencer, prediligendo strategie più concrete focalizzate sull’assenza del prodotto. Si passerà a un vero marketing 4.0, dove brand e consumatore devono legarsi uno all’altro senza interfacce”.
Infine, ci sarà sempre più bisogno di interazione tra online e offline, garantito dall’aumentare dell’omnicanalità. “Sia i punti vendita di Fracomina che di Cannella avranno dei salotti prova in cui le clienti esploreranno le collezioni anche in modo virtuale, con tecniche 3D e ologrammi, avendo la possibilità di ricevere i prodotti direttamente a casa. Questa strategia si traduce in minori costi di magazzino, di personale e di spazi, e in un recupero del concetto di bespoken attraverso la forza vendita che funge da personal shopper, o con servizi di fashion stylist virtuali e funzioni di click & collect”, conclude Tortora.