Nel 2019, gli investimenti di private equity nel settore lusso e moda sono cresciuti in numero e, soprattutto, in valore. Secondo i risultati dell’analisi condotta da Aifi (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), in collaborazione con PwC-Deals sul mercato italiano del capitale di rischio, le operazioni nel settore fashion sono state 19 (il 5,1% del totale), ovvero due in più rispetto alle 17 del 2018 (quando rappresentavano il 4,7% del totale). Ma se due anni fa l’ammontare totale è stato di 199 milioni di euro, nel 2019 questo valore è più che raddoppiato, raggiungendo quota 453 milioni di euro (passando quindi dal 2% del totale al 6,3 per cento).
Tra le operazione svolte nel 2019, si ricordano quelle di QuattroR Sgr su Trussardi, di Twin Lakes Capital su Sergio Tacchini, di Mandarin Advisory su Eurmoda e di Mittel su Ciesse Piumini.
Più in generale, nel 2019 l’ammontare investito dagli operatori di private equity e venture capital è stato di 7,2 miliardi di euro per un numero di operazioni pari a 370 (+3 per cento). “Rispetto all’anno precedente, che aveva registrato, grazie a numerose operazioni di significativa dimensione, i volumi più alti mai riscontrati nel mercato italiano (9.788 milioni di euro) – riporta la nota ufficiale diffusa da Aifi – si è osservata una diminuzione del 26% dell’ammontare investito, che rimane comunque il terzo valore più alto osservato nel nostro mercato”. La raccolta sul mercato, invece, è stata pari a 1,6 miliardi (-54 per cento).
Per quanto riguarda il 2020, “l’epidemia di covid-19 sta segnando moltissimo ogni aspetto dell’economia. Ormai il primo semestre è andato, e anche se l’emergenza dovesse terminare entro l’estate, la coda durerà ancora per qualche mese, visto che ora si stanno bloccando i Paesi verso i quali le imprese italiane esportano i loro prodotti”, è il commento di Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi, che si legge su Milano Finanza. “Nonostante le scelte del governo, che reputo corrette, credo che questo comporterà una caduta del Pil che temo possa essere del 5 per cento”. Inoltre, “potremmo avere un grosso rimbalzo nel 2021, ma è necessario che le imprese si trovino nelle condizioni di poterne trarre vantaggio e consentire al sistema economico di riprendere buona parte di quello che abbiamo perso, anche se probabilmente non tutto”.