Nike chiude temporaneamente metà dei suoi punti vendita in Cina, a causa del coronavirus, precisando che il diffondersi del virus avrà un impatto significativo sulle sue attività nel Paese. L’annuncio è stato dato dal colosso di Beaverton in una nota: “In linea con quello che stanno facendo altri player sul mercato, circa la metà dei negozi di proprietà di Nike sono stati momentaneamente chiusi, con dinamiche simili tra gli store partner. Inoltre, operiamo con orari ridotti e riscontriamo, nei negozi che restano aperti, un traffico al dettaglio inferiore alle previsioni. Nel breve termine, ci aspettiamo un impatto concreto sulle nostre attività nella Greater China. Tuttavia, la forza del marchio e lo slancio commerciale di Nike nei confronti del consumatore cinese rimangono forti, come dimostra la continua forza della nostra attività di e-commerce”. L’iniziativa del gruppo guidato dal nuovo CEO John J. Donahoe, per cui l’Ex Celeste Impero è uno dei mercati chiave, si affianca a quanto annunciato, di recente, da altri colossi come Ikea, Apple, McDonald’s e Starbucks.
Questa situazione, conclude la nota di Nike, non era contemplata quando il gigante dello sportswear ha fornito la guidance sui risultati del terzo trimestre (in occasione della comunicazione dei dati relativi al secondo quarter): “Le dinamiche – si legge – continuano a evolvere e noi, a seconda di come si evolveranno, continueremo a dare aggiornamenti sugli impatti operativi e finanziari, nella nostra call sul bilancio del terzo trimestre (fiscale)”.