Cariaggi archivia un 2018 in forte crescita e si prepara a confermare il segno più anche nel 2019. Nel 2018, la filatura marchigiana specializzata in cashmere e lane pregiate ha superato i 100 milioni di euro di ricavi (+17%) e raggiunto una quota export del 40 per cento. “Al di fuori dell’Italia – ha spiegato a Pambianconews Cristiana Cariaggi, membro del CDA di Cariaggi -, i nostri mercati di riferimento sono gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e l’Europa. I primi 5 mesi del 2019 s0no stati molto positivi nella gran parte di queste piazze. Tra le performance migliori ci sono quella del Regno Unito (+65%), degli Stati Uniti (+36%) e del Giappone (+16 per cento). Nella seconda parte dell’anno si va solitamente incontro a un assestamento, perchè la gran parte degli ordini sono già chiusi, ma scommettiamo su una crescita single digit per l’intero anno”. Il 2019, così come il 2018, sta beneficiando della ripresa del mercato americano , “dove la dicitura made in Italy è da sempre un driver di crescita”.
Cariaggi è tra gli espositori dell’85esima edizione di Pitti Filati. Per la nuova collezione A/I 2020-21 l’azienda propone nuove combinazioni di cashmere, attraverso un mix perfetto tra il mondo animale e quello vegetale. Tra le novità spiccano il filato cardato Super Piuma (100% cashmere NM 1.100), che è volutamente irregolare e mosso, il filato pettinato Wow (68% cashmere e 32% seta titolo NM 4.500), la cui combinazione è frutto della più pregiata fibra di cashmere unita a un filo di seta. ” Pitti Filati – ha continuato Cristiana Cariaggi – è una fiera di grande prestigio per questo settore. È un momento di incontro, di scambio con i nostri clienti e di ricerca anche per noi aziende. La fase degli ordini è un momento successivo, mentre la fiera di concentra sul racconto delle novità di prodotto”. Dalla struttura all’operatività degli impianti industriali, dalla formazione degli addetti alle certificazioni di ipoallergenicità dei prodotti, Cariaggi promuove il concetto di sostenibilità. “L’azienda – ha concluso la manager – porta avanti attività di ricerca e misure per migliorare l’impatto ambientale. In diversi anni abbiamo registrato una riduzione del 40% di consumo di energia per unità di prodotto, del 10% il consumo di acqua e del 23% l’emissione di Co2 nei processi”.