I jeans di Levi’s tornano a Wall Street dopo 35 anni. Confermando le indiscrezioni di mercato degli ultimi mesi, infatti, Levi Strauss & Co ha presentato alla Securities and Exchange Commission (Sec) americana la domanda di quotazione. Il gruppo californiano, si legge nel documento ufficiale, vorrebbe approdare al New York Stock Exchange con il simbolo “LEVI”. Nella documentazione ufficiale Levi’s fissa l’obiettivo di raccolta a 100 milioni di dollari (88,75 milioni di euro), ma tale cifra funge semplicemente da placeholder, valore formale calcolato in funzione delle tasse di registrazione. Secondo quanto si legge sulla stampa internazionale, con la quotazione Levi’s dovrebbe raccogliere fra i 600 e gli 800 milioni di dollari da usare anche per acquisizioni e investimenti strategici. Nelle carte presentate alla Sec si cita l’opportunità di ampliare la presenza in mercati emergenti come India, Brasile e Cina. Per la Cnbc, la valutazione di Levi’s dovrebbe raggiungere i 5 miliardi di dollari.
A gestire l’Ipo è un underwriting team di 12 membri, tra cui Goldman Sachs, JPMorgan, BofA Merrill Lynch e Morgan Stanley.
L’azienda fondata nel 1853 a San Francisco aveva debuttato in Borsa nel 1971, raccogliendo 50 milioni di dollari (all’epoca si trattò della più grande quotazione americana di sempre), per poi tornare privata, con un leverage buyout da parte dei discendenti del fondatore, nel 1984. Nel 1996 la leadership di famiglia si è poi consolidata, con l’acquisto delle ultime azioni rimaste ai dipendenti e ad alcuni investitori esterni. Oggi i maggiori azionisti della società sono Mimi Haas e Margaret Haas, eredi di Levi Strauss.
La conferma del ritorno sui listini arriva in un periodo molto positivo per il gruppo che nel 2018 è cresciuto a doppia cifra registrando ricavi netti in aumento del 14% a quota 5,6 miliardi di dollari. L’utile è rimasto stabile a quota 285 milioni di dollari, mentre l’ebit adjusted è cresciuto del 13% a 542 milioni. A trainare, a livello geografico, sono state l’Europa (+25%) a 1,6 miliardi, seguita dall’America (+10%) a 3 miliardi e dall’Asia (+8%) a 887 milioni. Al momento il 45% delle vendite Levi’s sono realizzate fuori dal mercato domestico.
“Abbiamo avuto un anno eccezionale con ricavi netti a 5,6 miliardi, in crescita del 14% su base reported”, ha detto il presidente e AD Chip Bergh. “È chiaro che la strategia per diversificare il nostro portafoglio prodotti, espandere il nostro business direct-to-consumer e approfondire la nostra ‘connection’ con i consumatori di tutto il mondo ha funzionato, con un conseguente aumento delle entrate annuali e del margine lordo”.