Duecento aziende italiane a Ispo Munich

Federico De Ponti, presidente di Assosport
Si è aperto ieri a Monaco di Baviera l’appuntamento di riferimento mondiale per l’abbigliamento e le attrezzature dedicate agli sport invernali. Si tratta di Ispo Munich, di scena fino a mercoledì 6 febbraio nei padiglioni della fiera tedesca con 2.800 espositori tra cui spicca la presenza di duecento aziende italiane, a caccia di conferme per l’export.
I dati comunicati da Assosport, associazione che riunisce 130 aziende e 350 marchi specializzati nel comparto degli articoli sportivi per un fatturato aggregato di 4,5 miliardi di euro nel 2017, indicano un aumento del 6% per quantità vendute all’ingrosso (sell in) nella stagione 2017/18, chiusa con oltre 545 mila pezzi tra sci, scarponi e attacchi. In particolare, evidenzia Assosport, negli ultimi otto anni l’export di articoli sportivi è cresciuto a un ritmo doppio rispetto alla media nazionale. La stagione in corso è stata penalizzata dal clima mite di ottobre e novembre in tutta Europa, per poi ripartire con vigore da dicembre. Le nevicate dei giorni scorsi dovrebbero dare ulteriore impulso allo shopping durante il mese di febbraio, tradizionalmente dedicato alle settimane bianche.
Per Federico De Ponti (Boxeur Des Rues) è la prima edizione di Ispo da presidente di Assosport. Un’edizione peraltro ricca di attese in vista dell’appuntamento sportivo già ottenuto dall’Italia, i mondiali di sci di Cortina 2021, e di quello per cui la stessa Cortina assieme a Milano è in piena corsa: le olimpiadi invernali del 2026. Gli eventi di richiamo internazionale, secondo Assosport, sono la vetrina ideale per promuovere le discipline invernali e incrementare la partecipazione, con una crescita stimata nell’ordine del 10% per i 3 anni successivi alle manifestazioni. “L’Italia – afferma De Ponti – è il secondo paese europeo dopo la Francia per numero di impianti e il quarto a livello mondiale ma, nonostante le numerose strutture, abbiamo 27 milioni di accessi giornalieri agli impianti all’anno, contro i 54 milioni della Francia e i quasi 52 milioni dell’Austria”.