Calvin Klein, orfano di Raf Simons, convince sul red carpet dei Golden Globe Awards. Ieri sera, gli abiti del marchio americano hanno dato prova che la ‘svolta’ creativa introdotta dallo stilista belga non era del tutto infondata, almeno in termini di comunicazione.
Le attrici Amy Adams, nominata in ben tre categorie, e Lupita Nyong’o, si sono distinte per la scelta di look Calvin Klein by Appointment, mentre il cantante Troye Siva ha indossato un tuxedo della linea Calvin Klein 205W39NYC. “Peccato abbiano litigato con il loro designer”, ha prontamente twittato in diretta Vanessa Friedman, direttrice fashion del New York Times, commentando i tre outfit Calvin Klein.
A seguito del recente addio di Simons dal brand, molte testate si sono interrogate sul futuro del marchio statunitense di proprietà di Pvh. Il divorzio era nell’aria, come previsto da numerosi rumours alimentati dalle dichiarazioni di Emanuel Chirico, presidente e CEO di Phv, deluso dalle performance della griffe nel terzo trimestre, soprattutto rispetto agli investimenti fatti per il rilancio di Calvin Klein 205W39NYC, linea di ready-to-wear di lusso, e di Calvin Klein Jeans.
Quello che il New York Time ha definito “the most high-profile brand reinvention experiment in 21st-century”, si è concluso dando vita una serie di quesiti. Non è semplice prevedere chi sostituirà Simons ora che il marchio sembra essere alla ricerca di un’identità che possa includere le varie anime del brand: il successo nei settori denim e underwear con le ambizioni da luxury brand a tutti gli effetti.