Il marchio di lusso britannico Alfred Dunhill, specializzato in abbigliamento maschile, pelletteria e accessori, ha vinto, lo scorso 10 ottobre, la causa per violazione del marchio commerciale contro il brand cinese Danhuoli. Dunhill aveva presentato la causa in Cina, dove il Tribunale di Foshan, nella provincia di Guangdong, ha riconosciuto l’etichetta cinese di abbigliamento maschile colpevole di violazione del marchio e di pratiche di concorrenza sleale, obbligandola a versare un rimborso di 1,47 milioni di dollari (1,27 milioni di euro) a Dunhill.
In precedenza, Danhuoli aveva registrato il proprio nome sotto una società ombra a Hong Kong denominata “Dunhill Group” aprendo oltre 200 negozi in franchising in 61 città in tutta la Cina, incluso uno nel 2017 in un grande magazzino a Xi’an.
“Questo caso è una vittoria storica in Cina per tutti i marchi globali – ha dichiarato la società in una nota inviata alla testata Jing Daily – e dimostra che i tribunali cinesi hanno compiuto importanti progressi nella protezione della proprietà intellettuale nel Paese”. “La sentenza odierna dimostra l’inequivocabile determinazione di Alfred Dunhill Ltd. nell’affrontare la violazione dei nostri diritti di proprietà intellettuale in Cina e nel mondo – ha affermato Andrew Maag, CEO di Alfred Dunhill -. Il nostro sistema di gestione e applicazione IP non è secondo a nessuno. Con il supporto di Rouse e Lusheng Law Firm, abbiamo ottenuto una sentenza giusta e proporzionata”.
Dunhill, brand del gruppo svizzero Richemont, è presente in Cina da vent’anni e si è sempre battuto per proteggere il proprio marchio avviando diverse cause per violazione a Pechino, Wuxi e Guangzhou. Dal 2000, la ‘China State Administration for Industry and Commerce’ ha inserito il marchio nella “List of National Trademark Protection”.