Firenze e Milano si stringono in un abbraccio pop. Che guidino o cavalchino la tendenza, i due poli della moda italiana hanno dimostrato, nell’ultima tornata di eventi, di muoversi all’unisono. E, per questa stagione, il ritmo è quello dettato dal pop, ossia dalle richieste del popolo. Il popolo di una strada che, oggi, è senza confini, ormai trasfusa dal reale al virtuale, dove perdono significato le distinzioni tra generi, tra stagioni, ma, anche tra sfilate e presentazioni. In questo bailamme di creatività in cerca di nuovi pilastri, ha spiccato, a Firenze, il debutto pubblico del ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli che ha raccolto commenti molto positivi. Bonisoli conta in curriculum diverse esperienze nel settore moda tra cui spicca il ruolo di direttore della Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, e quello di presidente dell’Associazione Scuole italiane private di arte e design. Da qui, la sua dichiarazione di intenti basata, principalmente, sull’assunto che la moda è cultura, e come tale va valorizzata in un’operazione valoriale estesa a livello di formazione e consapevolezza sul territorio. Se, dunque, la sfida è la cultura, allora è coerente che sia questa fase ‘pop’ a caratterizzare il fashion nazionale. Lungo molteplici direttive: dallo sportswear al co-ed, dalla sostenibilità all’inclusività social, dai mega eventi alle operazioni commerciali. E da diversi poli generativi: dalla filiera ai distributori online, dai grandi magazzini ai nativi digitali, dalle fiere alle sfilate. Una “multipolarità italiana” come l’ha definita il Ministro, di cui vanno valorizzate le identità e le differenze. Anche se, appunto, Milano e Firenze si sono mosse all’unisono.
FIRENZE FORMATO OUTDOOR
A Pitti Immagine Uomo 94 (12-15 giugno), non a caso, il tema designato era P.O.P. Pitti Optical Power, “una festa visuale e virtuale che – come spiegato dalla stessa fiera – stimola nuovi orizzonti della percezione e della prospettiva delle cose”. Così al suo interno, a proseguimento di un filone iniziato già da qualche stagione a questa parte, si sono susseguiti non solo nuovi format, ma anche nuovi ingressi, o ritorni, che nella kermesse fiorentina hanno trovato il proprio palcoscenico ideale. Un esempio è il padiglione I Go Out, dove “outdoor meets fashion, fashion meets outdoor”. Al suo interno, una selezione di brand tipicamente outdoor, con proposte spazianti dall’abbigliamento sportswear a quello più tecnico. Sempre su questa scia, cui si aggiunge uno sguardo rivolto alla sostenibilità grazie all’utilizzo di materiali dal ridotto impatto ambientale, anche il brand Sease, nato da un’idea di Franco e Giacomo Loro Piana, che, al suo debutto alla Fortezza, ha esposto la propria offerta dedicata all’outwear contemporaneo e caratterizzata dalla volontà di coniugare tradizione, innovazione e ambiente. Temi centrali anche all’interno della presentazione della collezione Etro messa in scena a Milano. In quest’ottica, Pitti diventa l’incubatore ideale per far incontrare domanda e offerta. Offerta che, sempre più, viene calibrata in base alle richieste ‘pop-olari’. Sono questi i casi di La Martina e Rifle, per esempio, che hanno scelto di tornare a Firenze per presentare un rilancio ispirato e dedicato alle esigenze del pubblico giovane e contemporaneo.
MILANO DIVERSITY
L’ultima edizione di Milano Moda Uomo (15-18 giugno) si candida a essere tra le fashion week più attente alle diversità di gender, anagrafiche, razziali e fisiche. Innanzi tutto, la kermesse si è aperta e chiusa con due eventi extra-menswear: le sfilate cruise e demi-couture di Alberta Ferretti e il party di Stella McCartney che ai modelli maschili ha affiancato quelli della resort femminile.
Del resto, il fenomeno co-ed, sempre più frequente durante Milano Moda Donna, ha visto anche nel calendario maschile oltre dieci show contenenti proposte per lei. Tra questi, Marcelo Burlon County of Milan ha aggiunto un bambino e due coppie di gemelli albini, prendendo le distanze dai consueti casting da sfilata. Anche Diesel Red Tag, per il lancio della seconda capsule collection, ha costruito una ‘piramide’ di soggetti il più eterogenei possibile per età, genere e fisionomia.
Marni ha usato la metafora dell’olimpiade stilistica per essere inclusivo, perché, come si legge dal comunicato “della perfezione seriale nessun si cura: i magri e i rotondi, gli alti e i bassi; superuomini pingui e ominicchi scheletrici; supereroi minimi e antieroi massimi; chiunque del corpo abbia amore e contezza”. I look del direttore creativo Francesco Risso hanno fatto riferimento a capi dell’abbigliamento sportivo di molteplici discipline e, soprattutto, sono stati indossati anche da ragazzi lontani dalle fisicità stereotipate del fashion world. Ed è stato proprio lo sportswear il grande protagonista di molte collezioni. Dsquared2, Msgm, Palm Angels e tanti altri hanno tradotto secondo le proprie peculiarità stilistiche le progressive esigenze (e tendenze) ‘popolari’ legate alle più disparate attività sportive.
di Marco Caruccio, Sabrina Nunziata, Luca Testoni