Gli studi legali 4.0 lavorano in team multidisciplinari, coprono tutte le aree del diritto degli affari, hanno una conoscenza profonda dei settori industriali in cui operano i loro clienti e li accompagnano nel percorso di internazionalizzazione.
DLA Piper – il principale studio legale internazionale in Italia, attivo in oltre 40 Paesi nei 5 continenti, con 95 uffici e più di 5.400 professionisti – è il migliore esempio di come gli avvocati abbiano saputo evolversi, per acquisire una profonda conoscenza del mercato in cui il cliente opera e garantire così un’assistenza legale e fiscale ritagliata sulle specifiche esigenze di business. La law firm ha acquisito, anche in Italia, il ruolo di leader nei settori fashion, retail e design. Abbiamo intervistato gli avvocati di DLA Piper Davide Rossetti – Partner esperto nel contenzioso commerciale – ed Elena Varese – IPT Lawyer – responsabili del settore fashion, retail e design dello studio in Italia.
Come opera lo studio?
DLA Piper ha, in Italia, due uffici, uno a Milano e uno a Roma e più di 200 avvocati specializzati nelle principali aree del diritto: societario, lavoro, Finance & Projects, IPT, Litigation & Arbitration, Regulatory, diritto penale di impresa, Real Estate e fiscale. Il valore aggiunto della nostra law firm consiste nel fatto che lo studio opera secondo una logica di “settore”, ovvero mette a disposizione team multidisciplinari di professionisti, accomunati dall’aver sviluppato una forte conoscenza del mercato specifico e che, quindi, non solo sanno comprendere fino in fondo il business dei clienti ma sanno anche garantire soluzioni legali che non siano avulse dalle necessità pratiche. Lo studio stimola anche la creazione, all’interno di ciascun sector, di team internazionali, per poter così garantire una consulenza senza confini, com’è senza confini il business degli operatori del settore.
Quale il valore aggiunto di un global approach?
In un contesto di significative trasformazioni e incertezze (geopolitiche ed economiche), la globalizzazione non accenna ad arrestarsi e le vendite – sempre più on line – sono destinate a spostarsi progressivamente verso i Paesi emergenti (in particolare Asia e Sud America); l’espansione globale è imprescindibile ed è altrettanto fondamentale muoversi all’estero senza correre (o, meglio, limitando i) rischi. I nostri legali possono essere dislocati in territori diversi e coprire le più diverse aree del diritto, ma tutti agiscono secondo le best practise dello studio e la sede italiana, se richiesta, mantiene il coordinamento dei progetti complessi e cross border.
Come operate nel fashion?
I professionisti attivi nel settore del fashion, retail e design – in Italia siamo oltre 40 avvocati – gestiscono complesse operazioni M&A e assistono le principali case di moda nell’attività day-by-day, anche nei suoi aspetti patologici del contenzioso o della repressione delle frodi e della contraffazione; siamo inoltre molto apprezzati per l’approccio innovativo nei settori dell’e-commerce e delle wearable technologies. Teniamo i nostri clienti costantemente aggiornati in merito alle principali novità di settore e trend di mercato. Sono molto seguiti i Fashion Lunch che organizziamo e i clienti ricevono periodicamente il magazine Law à la Mode con i contributi di tutti i colleghi del sector anche internazionali.
Di cosa siete orgogliosi?
Assistiamo le principali società e i principali fondi, italiani e stranieri, che operano e investono nell’alta moda, nello sportswear e nel casualwear (la confidenzialità ci impone la riservatezza), in un confronto quotidiano, innovativo e dinamico. Il fatto che il nostro team in Italia sia stato classificato in prima fascia nei settori Luxury Goods e Retail da una delle più importanti Directory del settore legale, come Legal 500 EMEA 2018, è il riconoscimento di anni di studio e lavoro in questo ambito.