Le azioni di Abercrombie & Fitch Co. sono scese dell’8,8% a 21,77 dollari venerdì scorso dopo che la società di abbigliamento ha dichiarato che le visite dei clienti ai suoi flagship store internazionali non si sono rivelate all’altezza del marchio, nonostante gli sforzi dell’azienda per convertirlo.
Il marchio Abercrombie ha visto aumentare la domanda quest’anno, dopo un impegno quinquennale nel rinnovamento dei negozi, nel lancio di nuovi progetti e nell’abolizione del suo usuale approccio pubblicitario molto criticato.
“Per promuovere la conversione del marchio abbiamo lanciato dei programmi di fidelizzazione e investito nei negozi di punta – ha dichiarato agli analisti il direttore operativo Joanne Crevoiserat – ottenendo un positivo feedback. Tuttavia, non è bastato a contrastare il calo nel traffico di clienti in negozio”.
Le riflessioni sul brand hanno seguito la comunicazione dei risultati del trimestre del retailer di New Albany, in Ohio, che si sono rivelati, comunque, migliori del previsto. Entrambi i marchi Abercrombie e Hollister hanno superato le aspettative di Wall Street, le vendite complessive della società sono aumentate dell’11% e la perdita netta è stata molto inferiore alle attese.
Ma non è bastato. L’analista di Deutsche Bank Tiffany Kanaga ha dichiarato che i risultati decisamente al di sotto delle alte aspettative di alcuni investitori hanno innescato il sell-off di venerdì nelle azioni di Abercrombie. Gli investitori, sempre secondo quanto affermato da Kanaga, si aspettavano un incremento percentuale importante per le vendite a parità di perimetro mentre nel trimestre conclusosi a maggio hanno messo a segno solo un +5 per cento.
I risultati sono arrivati, inoltre, il giorno dopo l’intervista rilasciata a Bloomberg dall’AD di Abercrombie & Fitch, Fran Horowitz, nella quale ha dichiarato che “la minaccia di ritorsioni tariffarie sui beni degli Stati Uniti potrebbe essere ancora una cosa per cui perdere il sonno in questo settore”.