Nel 2017 le esportazioni di capi italiani di intimo e beachwear hanno superato i 2 miliardi di euro, segnando un +8,4 per cento. Sostanziale stabilità, invece, per i consumi interni, con i soli costumi da bagno che crescono del 2% e l’intimo donna a -0,7 per cento. A inquadrare il settore sono i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Sistema Moda Italia, diffusi ieri, che spiegano come il comparto beachwear, sia maschile sia femminile, abbia registrato, lo scorso anno, una progressione del 10% in valore delle esportazioni verso i Paesi Extra-UE, mentre l’Intra-UE segue con +8,1 per cento. Spagna, Francia e Germania si confermano mercati di riferimento. Il comparto dell’intimo (maglia e tessuto) ha registrato un balzo soprattutto fuori dall’Europa (+18,3%), anche se i primi tre Paesi di sbocco restano, anche in questo caso, Germania, Francia e Spagna.
In termini di valore, l’abbigliamento intimo sale dell’11,4%, seguito dalla maglieria intima con un +10% e dai costumi da bagno a +8,7 per cento. La calzetteria progredisce del 5,3%, con uno slancio del +19,4% per il côté maschile, mentre le calze donna registrano un +1,2 per cento.