L’export del settore calzaturiero italiano accelera nel 2017, salendo a oltre 9,5 miliardi di euro (+3,4% sul 2016). Emerge dalle ultime rilevazioni del Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, che ha esaminato le esportazioni sia delle calzature finite sia della componentistica. A trainare è stato l’ultimo trimestre dell’anno, che ha visto il comparto segnare un +6,6% tendenziale in valore nell’export, dopo due trimestri poco brillanti (+1,8% il secondo e +1% il terzo).
Sul totale del valore esportato nel corso del 2017, il Veneto si conferma la prima regione per export, con un’incidenza del 27,4% sul totale Italia, seguito da Toscana (21,4%), Lombardia (15,3%) e Marche (15,1%). Insieme, queste quattro regioni coprono quasi l’80% del fatturato estero nazionale.
L’Unione Europea è da sempre la principale destinazione dell’export calzaturiero: 7 scarpe su 10 sono vendute a un partner comunitario. Ben cinque delle sette principali regioni hanno come cliente preferenziale un mercato della UE28: la Francia per Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Campania; la Germania nel caso delle Marche. La Toscana, invece, ha come prima destinazione la Svizzera, complice il ruolo sempre più rilevante di questo Paese quale ponte logistico-distributivo delle griffe dell’area pelle che hanno base in Canton Ticino. La Lombardia è l’unica regione ad avere come principale partner un mercato non europeo (gli Stati Uniti, tallonati comunque dalla Francia). La Russia appare assai ridimensionata (anche se resta il 6° mercato di destinazione dell’export nazionale): fino al 2014 costituiva il principale sbocco di Marche ed Emilia-Romagna.