Dall’edicola ai department store. La crisi editoriale sembra aver suggerito una nuova via di fuga per arginare il calo di vendite dei magazine. Da domani, il famoso settimanale inglese Hello! sarà protagonista di una capsule collection realizzata in collaborazione con il noto departmet store Dover Street Market. Alcuni fashion brand, tra cui Stephen Jones e Stella McCartney, sono stati chiamati a reinventare il logo della testata presente su capi e accessori i cui ricavati andranno in beneficenza.
Si tratta, in realtà, solo dell’ultimo episodio di una serie di progetti sperimentali che fondono editoria e moda. Come ricorda Business of Fashion, durante la scorsa edizione di Pitti Uomo il capoluogo toscano ha ospitato il brand tedesco 032c, nato dall’omonimo magazine che da alcuni anni ha iniziato a produrre la linea di abbigliamento attualmente venduta in department store come Selfridges, Km20 e Bergdorf Goodman. I guadagni della sezione moda di 032c coprono oggi oltre la metà del fatturato annuale. Anche le riviste Holiday e Dust Magazine hanno introdotto linee di abbigliamento, la testata online Who What Wear si è alleata con il marchio fast fashion Target per dare vita ad alcune capsule.
Anche la storica rivista i-D e la pubblicazione erotica Richardson hanno scelto di affiancare alla storica attività giornalistica quella stilistica.
Secondo l’agenzia Standard Media Index, i primi 35 magazine americani avrebbero visto una flessione degli introiti pubblicitari pari al 40% in sette anni, passando da 2,4 miliardi di dollari nel 2010 a 1,5 nel 2017. La corsa dalle edicole alle grucce potrebbe essere solo all’inizio.