“L’orologeria svizzera è tornata al segno più. Le aziende stanno performando molto meglio rispetto agli ultimi due anni, ma la cosa importante è che la crescita di adesso è una crescita sana”. A inquadrare la ripresa del settore è Julien Tornare, da maggio 2017 CEO di Zenith, che a Baselworld 2018 scommette sul nuovo Defy Zero G, prima rappresentazione “dell’alta orologeria del futuro”, come la definisce il CEO, che sfida le leggi di gravità con il modulo giroscopico Gravity Control, ridimensionato e ottimizzato.
“Fino al 2014, il settore ha registrato una crescita esponenziale – ha continuato il numero uno del brand di Le Locle, oggi in orbita al gruppo Lvmh -. In quegli anni, si affacciava sul mercato una prima generazione di consumatori cinesi con un’elevatissima capacità di spesa. Molte aziende hanno tarato i prezzi su di loro, alzandoli, perdendo così di vista l’audience europeo e americano. Quando anche il mercato cinese, e con esso gran parte dell’Asia, ha rallentato, ci sono stati anni di calo. Ora la crescita è contenuta, ma è sana e migliore sul lungo periodo. I brand tornano alla realtà”.
A vincere sul mercato, anche nei confronti di una seconda generazione di clienti cinesi, sempre più brand-concious e attenti nei loro acquisti, sono proposte di qualità, in linea con l’identità delle diverse aziende. “In questo senso – ha spiegato Tornare – Zenith ha un vantaggio significativo. Ogni movimento è prodotto in house, ogni prodotto ha delle caratteristiche uniche e ha il giusto prezzo di mercato. Un anno fa abbiamo presentato Defy El Primero 21, un cronografo automatico ad alta frequenza, un modello centrale nelle nostre strategie. Quest’anno andiamo avanti con modelli dal design contemporaneo e con nuove funzionalità, ma restiamo fedeli al nostro dna. Zenith vuol dire cronografi di precisione e materiali all’avanguardia”.
Julien Tornare ha infine condiviso la sua opinione sul futuro della fiera di Basilea, quest’anno in calendario con un alto numero di defezioni. “Il nostro settore si evolve in fretta, il mondo si evolve in fretta – ha concluso il CEO -. La fiera dovrebbe essere più aperta al consumatore finale, che oggi può pagare il biglietto ed entrare, ma spesso non nei singoli stand, dove sono esposte le novità più importanti. Baselworld dovrebbe poi diventare un vero e proprio brand, come è accaduto per Art Basel. È fondamentale collaborare per rendere la fiera più affascinante, al pari di una fashion week”.