Si è aperta stamane a Milano (FieraMilano Rho) la 94ª edizione di Lineapelle, con 1.254 aziende al via (+5% rispetto a febbraio 2017), per uno spazio espositivo di 47mila metri quadrati (+3 per cento). La fiera internazionale dei materiali e degli accessori/componenti per calzatura e pelletteria si tiene in concomitanza con Simac Tanning Tech, salone dedicato ai macchinari e alle tecnologie con altri 300 espositori.
A Lineapelle sono esposte tendenze e novità per la P/E 2019. La pelle è la principale categoria merceologica rappresentata in fiera e la conceria italiana arriva all’appuntamento più importante dell’anno per il settore tra luci ed ombre. Da un lato, automotive e pelletteria continuano a trainare i conti del settore, anche se quest’ultima specializzazione trae forza più dai risultati dei singoli brand che da un andamento generale del comparto; dall’altro la calzatura, da cui dipende oltre il 40% delle vendite complessive, continua a stentare, nonostante un rilancio degli ordinativi legati alle grandi firme e al prodotto di fascia alta, con sofferenze più evidenti per le piccole e medie imprese che operano con marchio proprio.
Nel 2017 l’industria conciaria italiana dovrebbe tornare a crescere, più in quantità (+3,1%) che in valore (+0,7%), dopo tre esercizi vissuti in contrazione. Nel 2016, il giro d’affari fu di 5 miliardi di euro. “La seconda parte dell’ultimo anno ha visto solo un parziale miglioramento rispetto alla prima metà ed il quadro complessivo mostra tuttora alcune incertezze”, si legge nella nota congiunturale redatta da Lineapelle, che evidenzia un progresso del 2% per le bovine medio/grandi e per le capre, a cui fa da contrasto un calo del 3% dei vitelli e del 5% delle ovine. Più marcata la flessione delle pelli d’altri animali (-8%), che comprendono anche le preziose nicchie del rettile. Tra le destinazioni d’uso, è confermato il buon andamento della domanda per interni auto a cui si aggiunge la sostanziale positività dell’arredamento. La clientela moda lavora a macchia di leopardo: la pelletteria si conferma generalmente più brillante della calzatura, con una persistente attenzione al prezzo.
L’export nei primi dieci mesi 2017 è aumentato dell’1% per un valore di circa 4 miliardi di euro. In evidenza la Cina, primo mercato estero ormai consolidato delle pelli italiane, con un aumento del 6%, mentre gli Stati Uniti presentano un calo del 2% dopo sette anni consecutivi di incremento. Il miglior risultato messo a segno dalle concerie italiane riguarda il Vietnam, per effetto della delocalizzazione cinese legata alla sneakers, con una crescita del 12 percento. In ripresa anche la Francia (+5%), mentre soffrono tutte le altri destinazioni europee a cominciare dalla Spagna (-6%) e dalla Germania (-3 per cento).