Confindustria Moda debutterà domani alla rassegna fiorentina Pitti, dopo una fase preparatoria di oltre tre anni servita per riunire le diverse anime del settore anche da un punto di vista fisico: Sistema Moda Italia (Smi), Fiamp (accessori), Anfao (articoli ottici), Aimpes (pelletteria), Aip (pellicceria), Assocalzaturifici, Federorafi e Unic (l’industria conciaria) vivranno in un’unica sede in corso Sempione a Milano.
L’obiettivo è dare maggiore rilievo al settore all’interno del sistema confindustriale. Grazie all’unione delle diverse realtà, Confindustria Moda è diventata così la seconda associazione e questo renderà più facile il confronto con il Governo, spiega al quotidiano La Stampa il presidente Claudio Marenzi, proprietario di Herno, che ha voluto la nascita di Confindustria Moda proprio per dare maggior valore a un settore che conta quasi 70mila imprese, 580mila lavoratori e 88 miliardi di fatturato.
I vantaggi per gli associati sono il risparmio e la razionalizzazione: il primo arriva dal mettere a fattore comune determinate strutture, mentre la seconda consiste nel lavorare in sinergia su diversi temi come le relazioni sindacali e gli aspetti legali sui temi della contraffazione e della proprietà intellettuale.
La battaglia principale per la neonata associazione sarà riuscire ad ottenere in Europa il certificato di origine obbligatorio nonostante la contrarietà dei Paesi del Nord Europa; inoltre avere una reciprocità sui dazi soprattutto con i Paesi asiatici che invadono l’Italia con le loro merci ma applicano regole stringenti sull’esportazione dei nostri prodotti.