Razza, taglia, età e persino gender. L’ultima tornata di sfilate ha visto un notevole incremento di diversità sulle passerelle delle collezioni primavera/estate 2018. A testimoniarlo è un report redatto dalla testata online The Fashion Spot che ha analizzato in quest’ottica i défilé di New York, Londra, Milano e Parigi, registrando, appunto, un considerevole aumento di modelle appartenenti a categorie fino a pochi anni fa ‘di nicchia’.
Le vincitrici indiscusse sono le indossatrici curvy, ben 93 presenze contro le 30 della scorsa stagione e le 16 di appena un anno fa. Ad accogliere ragazze dalle forme generose sono stati soprattutto i brand della Grande Mela (Michael Kors, Christian Siriano, Anna Sui) mentre, a parte sparute eccezioni capitanate da Alexander McQueen, in Europa le modelle plus size faticano ad essere scelte dalle griffe del lusso.
Per quanto concerne la razza, le passerelle primavera/estate 2018 sono state le più inclusive di sempre; il 30,2% delle ragazze opzionate per le sfilate principali non era bianca (+2,3% rispetto a sei mesi fa). Ancora una volta è New York a distinguersi come capitale della diversità, seguita a ruota da Londra mentre Parigi e, soprattutto, Milano, seguono a lunga distanza.
Buon riscontro anche per le modelle over 50, ad abbracciare il gap anagrafico anche la capitale della moda italiana grazie a Versace, Arthur Arbesser, Antonio Marras e Daniela Gregis. Ben 49 le modelle transgender/non-binary identificate da The Fashion Spot presenti sulle passerelle di marchi come Marc Jacobs, Versus Versace, Coach 1941, Hood by Air e Helmut Lang; appena sei mesi fa erano solo 12.