Swarovski ha partecipato, con la business unit Swarovski Professional, all’ultima edizione di Lineapelle. La fiera di materiali e accessori/componenti per la moda è uno dei momenti clou, per la società con sede a Wattens (Austria), nella creazione e nel consolidamento dei rapporti con i clienti della pelletteria e della calzatura. “Si tratta – spiega a Pambianconews il managing director di Swarovski Professional per l’Italia, Claudio Marcolli – di un appuntamento che ci permette, due volte l’anno, di incontrare i brand di riferimento mondiale che abbiamo l’onore di poter servire. Quello della pelle è un settore vivo e molto importante per noi”.
Qual è il peso dell’Italia all’interno del settore?
Si tratta di un piece of cake assai rilevante non solo per lo stile, ma anche perché ci mette in contatto con il sistema Italia, con la creatività italiana, con il saper fare delle imprese italiane. Lo stile è certamente importante, ma poi occorre trasformare un’idea in prodotto e gli artigiani italiani in questo sono maestri.
Quanto valgono per Swarovski Professional i business della calzatura, della pelletteria e dell’abbigliamento?
Lavorando a diretto contatto con i grandi brand, che operano in tutti questi ambiti, talvolta diventa difficile poter aggregare i dati con precisione. Direi indicativamente un terzo per ciascuno, con una probabile prevalenza dell’abbigliamento rispetto alla pelletteria.
In prospettiva, quale destinazione potrebbe darvi più soddisfazioni?
Penso che i margini di crescita più significativi possano riguardare la pelletteria. La pelle, del resto, richiede specificità e attenzioni tali da spingerci a creare prodotti compatibili con il materiale. Abbiamo sviluppato una tecnica idonea per far aderire le nostre pietre sulla pelle, con l’obiettivo di aggredire efficacemente questo mercato, e la dobbiamo far conoscere.
Con quale sistema pensate di comunicare le caratteristiche dei vostri prodotti?
L’approccio pratico resta fondamentale. Ci rivolgiamo direttamente agli artigiani italiani della pelletteria, che sono persone curiose e preparate, sorprendenti per la loro capacità di problem solving. Abbiamo 500 ingegneri nella nostra sede, specializzati in ricerca e sviluppo, perché questo modo di operare fa parte della cultura industriale di Swarovski. Poi però è grazie al rapporto con gli artigiani se riusciamo a sviluppare dei sistemi che si adattano alle diverse soluzioni richieste da parte delle firme del lusso.
Quali investimenti avete in cantiere?
Stiamo investendo molto, soprattutto nella casa madre, per affrontare in maniera efficace un mercato sempre più veloce. In pochi anni siamo passati da due a diciotto collezioni l’anno e, per produrre in modo più innovativo e veloce, abbiamo riprogettato l’azienda, l’abbiamo smontata e rimontata, mantenendo intatti soltanto i nostri forni. Il consumatore chiede novità e noi dobbiamo essere in grado di sostenere i nostri clienti nella loro volontà di soddisfare questa richiesta.