Nell’assemblea che ha confermato Gianni Russo alla sua presidenza fino al 2019, Unic (Unione Nazionale Industria Conciaria) ha presentato la quindicesima edizione del report di sostenibilità, uno dei punti chiave per l’eccellenza del settore pelli in Italia.
Sviluppato con un nuovo concept basato su sette messaggi legati alla pelle sostenibile, il report evidenzia gli investimenti effettuati dalle concerie italiane per una produzione sempre più green e rispettosa dell’ambiente. L’incidenza dei costi legati alla sostenibilità nel 2016 è stato pari al 4,4% del valore della produzione. E se per i consumi di risorse naturali si assiste a un trend di diminuzione costante nel tempo, con un -20% di acque impiegate dal 2003 a oggi, un -32% di utilizzo d’energia e un calo del 76% nella produzione di rifiuti, l’indice di frequenza e gravità di infortuni sul lavoro è addirittura più che dimezzato nell’ultimo anno.
Intanto, i primi mesi del 2017 hanno evidenziato una leggera e parziale ripresa dell’attività in conceria, dopo la flessione del 3,4% in valore registrata nel 2016 chiuso a 5 miliardi di fatturato complessivo. Nel periodo gennaio-marzo la produzione di bovine medio/grandi, che rappresenta la specializzazione più rilevante della conceria italiana, è aumentata del 5%, mentre le bovine piccole sono diminuite della stessa percentuale e le ovicaprine dell’1 percento. L’impressione è che le destinazioni moda (calzatura, pelletteria e abbigliamento) siano ancora lontane da una reale ripresa, mentre continua a crescere il business degli interni auto, già in ascesa dell’8% nell’ultimo esercizio, e si assestano i conti dell’arredamento dopo un decennio caratterizzato da continue flessioni.
Il dato del 2016 conferma comunque l’Italia conciaria in vetta alla classifica globale per valore della produzione, davanti alla Cina, e al primo posto anche nell’export, che vale 3,8 miliardi di euro. La conceria italiana vale il 65% del fatturato complessivo europeo e il 19% di quello mondiale.
Oltre alla sostenibilità, i principali temi che Unic ha messo in agenda riguardano il rilancio degli istituti tecnici per favorire il ricambio generazionale con l’ingresso di giovani nel settore, la lotta alla contraffazione, la tutela dei marchi Vero cuoio e Vera pelle, la richiesta di un regolamento europeo per l’etichettatura dei prodotti in pelle e gli investimenti in chiave industria 4.0.