Negli ultimi anni, il digitale di Condé Nast ha raddoppiato il proprio fatturato, superando i 20 milioni nel 2017, con una crescita del 18 per cento, arrivando a pesare ormai per il 20% sui ricavi del gruppo. A dirlo a La Repubblica è Fedele Usai, nuovo AD di Condé Nast Italia in carica dal prossimo 1 settembre. “Nel 2013 – ha spiegato il manager – il giro d’affari di Condé Nast Italia era di 150 milioni con un ebitda di 5,7 milioni. Quattro anni dopo, nel 2016, i ricavi sono calati a quota 128 milioni ma l’ebitda è cresciuto fino a 6,4 milioni. E per il 2019 contiamo di accelerare la crescita nel digitale che raggiungerà il 30% dei ricavi complessivi per passare al 37% nel 2020”.
Per il futuro, Condé Nast Italia investirà di più sulle testate principali del gruppo, ovvero Vogue Italia, Vanity Fair e Wired, e punterà sull’incrocio fra contenuti e dati. In merito a quest’ultimo punto, Usai ha specificato: “Grazie a Glamour abbiamo scoperto di avere in casa il più grande database italiano nel settore della bellezza: 116mila donne profilate per il colore dei capelli, il tipo di pelle, eccetera. Una scoperta che ci ha spinto a creare il primo osservatorio sulla bellezza assieme alla Bocconi”.