J. Crew continua la propria fase di riassetto e annuncia il taglio dei prezzi di 300 articoli. La riduzione riguarderà molti dei suoi capi basic, mentre alcuni dei suoi prodotti di fascia alta manterranno il proprio prezzo. Non solo, a ciò si aggiungeranno alcuni cambiamenti nella supply chain, così d’aumentare la velocità tra produzione e arrivo nei negozi della merce. “Siamo diventati un po’ troppo elitari”, ha commentato al Wall Street Journal Mickey Drexler, presidente e CEO del gruppo J. Crew, a capo dei brand J.Crew e Madewell. “Abbiamo trasmesso la percezione di essere più costosi di ciò che siamo in realtà. Ed è stato un grosso errore”. L’obiettivo del repricing è quindi quello di ristabilire J. Crew nella sua dimensione di brand conveniente e raggiungibile. Un team di analisti si occuperà del ridimensionamento dei prezzi.
Dal 2014, infatti, il gruppo J. Crew sta registrando pesanti perdite. Dopo un utile netto di 88,1 milioni di dollari nel 2013, il gruppo statunitense ha registrato perdite pari a 657,8 milioni nel 2014, a 1,2 miliardi di dollari nel 2015 e a 23,5 milioni di dollari nel 2016. Nello specifico, nel 2016, le vendite di J.Crew sono calate del 6% fino a quota 2 miliardi (mentre quelle di Madewell sono migliorate del 14% per 341,6 milioni di dollari). In risposta, il gruppo ha annunciato il proprio ridimensionamento attraverso il taglio di 250 posti di lavoro, il che consentirà un risparmio annuale di circa 20 milioni di dollari. In soccorso di J. Crew, secondo le indiscrezioni delle ultime settimane, sarebbe arrivato anche il fondo Blackstone attraverso il suo braccio finanziario Gso capital partners, per sanare parte del debito accumulato.