Ovs allarga i propri orizzonti all’Europa e non nasconde le proprie ambizioni di diventare una conglomerata che raccolga diversi marchi nel proprio portfolio. In un’intervista a Repubblica, il CEO Stefano Beraldo ha dichiarato che a partire da settembre inizierà la conversione di 150 negozi Charles Vögele, insegna elvetica rilevata a fine 2016, in punti vendita a marchio Ovs dopo aver ottenuto un feedback positivo dal rebranding dei primi store. Ma le aspettative del gruppo vanno oltre: “Ci piacerebbe consolidare una serie di marchi europei, come già abbiamo fatto in passato. Con realtà piccole come Melablu e grandi come Upim abbiamo dimostrato di saper gestire il turnaround, e siamo disposti a esaminare nuove operazioni simili per accelerare la crescita domestica”, ha proseguito Beraldo. “Ma ci piacerebbe continuare a fare acquisizioni anche all’estero. Abbiamo dimostrato con Charles Vögele di saper gestire il rischio, andando per gradi”.
Beraldo, che insieme a un gruppo di manager nei giorni scorsi è diventato titolare di una partecipazione dell’1% del capitale di Ovs, ha inoltre annunciato un piano di 150 aperture a gestione diretta nei prossimi 4-5 anni, che si aggiungeranno alle attuali 700 insegne, e un centinaio di opening OvsKids e BluKids in franchising. Anche l’e-commerce resta un’area di investimenti importante dopo il buon feedback riscontrato dalla collaborazione con Zalando (che copre tutti i Paese a eccezione dell’Italia): nell’online “stimiamo di raddoppiare il fatturato quest’anno e di arrivare a break even nel 2018”, ha aggiunto. Sul fronte collezioni, anche Ovs si prepara a fare un’incursione nell’alto di gamma, sulla scia delle esperienze di H&M con Cos e & other stories e di Inditex con Massimo Dutti e Uterqüe, con un nuovo marchio.