Nell’arena online gli e-tailer crescono con le acquisizioni. E le griffe scendono a patti. Non basta più il proprio sito, occorre allearsi con i signori dell’e-commerce.
L’arena digitale inizia a imporre la legge del più forte. Anzi, del più grande. Lo cominciano ad apprendere le imprese specializzate nella vendita di prodotti su internet, che stanno vivendo un momento ben diverso da quello degli esordi. I big del commercio online fanno i conti con le insidie del settore, ed evidenziano la necessità di stringere alleanze con i competitor (che spesso sfociano in vere e proprie operazioni di m&a) per riuscire a resistere. E lo hanno compreso le stesse griffe che, dopo l’esordio online con i propri store, stanno accordandosi per sbarcare in maniera più capillare sui marketplace. Correre da soli sul web, insomma, oggi significa chiamarsi fuori.
MATRIMONI TRA E-TAILER
Tra le recenti acquisizioni che hanno fatto più rumore nel settore moda, c’è quella di Privalia. Il portale spagnolo è stato comprato lo scorso aprile dal suo diretto concorrente, il francese Vente-Privee. La cifra non è stata rivelata, anche se fonti vicine all’acquisizione hanno parlato di una somma vicina ai 500 milioni di euro. Il deal è solo l’ultimo di una lunga serie: quello più rilevante è stato sicuramente il matrimonio da 1,3 miliardi che ha visto fondersi Yoox e Net-a-porter. Ma le operazioni in questo ambito sono molteplici, per quanto differenti per modalità e struttura. Saldi Privati, marchio dell’e-commerce di proprietà dell’italiana Banzai, lo scorso settembre ha acquisito un ramo d’azienda di Buyonz Group per controllare due portali del gruppo. Nello stesso mese, sempre Vente-privee ha rilevato la maggioranza del player belga Vente-exclusive. E ancora, il fondo di investimento Eurazeo ha scommesso 20 milioni di dollari su Farfetch e ha acquisito una quota minoritaria di Vestiaire Collective, mentre il colosso cinese Alibaba ha investito milioni di dollari nell’e-commerce di lusso Mei.com. Una serie di operazioni che mettono in luce, da un lato, la forza di alcuni player e, dall’altro, la debolezza di altri. Per portare in nero l’ultima riga del bilancio, insomma, serve scalare posizioni e moltiplicare le sinergie. quando il sito non basta Il medesimo discorso sembrano portarlo avanti le stesse griffe di moda. Che, per commerciare in maniera razionale e proficua nell’online, hanno bisogno di presidi molto più ampi rispetto al proprio e-store. Avere un sito dedicato alle vendite, insomma, non basta più. Lo dimostrano gli sforzi intrapresi nell’ultimo periodo da alcuni brand di primo piano a livello internazionale, che hanno acceso i riflettori sul rapporto, sempre più intenso, tra griffe del lusso e multibrand online. Tiffany ha annunciato di aver siglato un accordo globale con Net-a-porter per la vendita sul sito inglese di alcuni prodotti selezionati della storica azienda statunitense. Si tratta del primo passo del gioielliere su un portale esterno, visto che fino a oggi si era affidato unicamente al proprio sito web. Il patto, in vigore dalla fine di aprile, sarà ‘di prova’, per un periodo di tempo limitato, e ambisce a “raggiungere nuovi target generazionali, ovunque si trovino”, come ha spiegato Philippe Galtie, vice president senior del canale di vendita internazionale di Tiffany. La stessa strategia della maison di gioielleria è stata adottata dalla Ermenegildo Zegna. Il gruppo di Biella ha reso noto che, a partire da fine luglio, Mr Porter (il portale per uomini, sempre del gruppo Yoox Net-a-porter) ospiterà la collezione ready-to-wear della maison. Anche Zegna, finora, ha vendono sul web unicamente attraverso il proprio e-commerce. “In un mondo in cui la visibilità digitale è il fondamento del business di domani, per noi questa alleanza è strategica”, ha dichiarato Ermenegildo Zegna. “Mr Porter, con la sua capacità di coinvolgere il pubblico, è la finestra ideale per mettere in mostra le nostre collezioni e per raggiungere l’uomo contemporaneo e la sua richiesta di un guardaroba moderno, autentico ed elegante”. A confermare che la partnership con retailer online sembra un passaggio dovuto, ci sono anche Prada e Gucci. Anch’esse, fino a oggi, concentrate sul proprio ‘giardinetto’ online. Dopo la pubblicazione dei risultati 2015, Prada ha annunciato che l’e-commerce dovrebbe raddoppiare il giro d’affari del marchio entro il 2018, anche attraverso “l’opportunità di espandersi con partner chiave come mytheresa.com e Yoox-Net-a-porter”. Da parte sua, il marchio della doppia G ha rivelato un nuovo progetto insieme a Net-a-porter, tramite cui creerà una capsule collection in esclusiva per il sito di e-commerce. Test di prova, capsule, progetti dedicati: sembra che possa considerarsi soltanto l’inizio. (c.z.)