In concomitanza alla Fashion Week, la prima conferenza internazionale sulle sfide della moda. Punto di partenza: ricostruire la filiera che esisteva in passato.
Dal passato al futuro. O meglio, le sfide di domani devono partire dalla ricostruzione di ciò che c’era. Questa la sfida emersa dalla due giorni (14-15 marzo) di discussioni del convegno Fashion Futurum di Mosca. Punto di partenza: la vera e propria industria della moda in Russia, attualmente, non esiste. Perciò occorre ricostruire quello che c’era negli anni dell’Unione Sovietica: un sistema produttivo completo, dai filati alle confezioni, che riusciva a soddisfare buona parte del fabbisogno interno, ma che si è disgregato, negli anni 90, insieme al Paese stesso. L’ha sottolineato anche Mario Boselli, presidente onorario della Camera della moda italiana (Cnmi): “La Russia aveva quello che noi definiamo ‘filiera’, tutto molto standardizzato, pianificato, che oggi deve essere ricreato con la partecipazione della nuova generazione dei creativi. Sostanzialmente deve cambiare pelle! Qui si tratta della ingegnerizzazione del processo creativo. Solo così si potrà arrivare al prodotto competitivo sul piano internazionale”. Questo difficile compito si rende ancora più impellente nella situazione economica e politica che la Russia sta vivendo: il crollo del prezzo degli idrocarburi e le sanzioni da parte dell’Occidente, con la conseguente svalutazione del rublo, portano le autorità russe a rivolgere maggiore attenzione allo sviluppo dell’industria locale. “Siamo consapevoli – è intervenuto al convegno Victor Evtuhov, vice-ministro dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa – che con il calo delle importazioni nel settore moda del 30%, si aprono nuove prospettive per le nostre aziende, e il Governo deve garantire loro le condizioni favorevoli per lo sviluppo delle produzioni, per esempio, il programma di crediti per l’acquisto delle tecnologie più avanzate, il leasing dei macchinari a tassi agevolati e infine la promozione della domanda per il prodotto nazionale. Tra le varie iniziative in tal senso, abbiamo in corso trattative con colossi internazionali come Ikea e Zara per collocare una parte delle loro produzioni in Russia”. Il funzionario ha anche sottolineato l’importanza del sostegno di stilisti e brand emergenti con promozioni internazionali (fiere e sfilate) e l’istituzione del portale rustekstile.ru per mettere in contatto designer e aziende. Proprio il tema delle nuove leve della moda, è stato un altro importante tema discusso durante Fashion Futurum: il talent scouting, il ruolo delle scuole professionali, la creatività e l’imprenditorialità nella fashion industry. Un’ulteriore sfida sono le tecnologie del XXI secolo, dall’e-commerce alle stampe 3D nella realizzazione dei capi, alla realtà virtuale.

Ideatori del concorso Italy calls Russia Alexander Shumsky, Mauro Galligari, Filippo Ceroni
RUSSIA CALLS ITALY
Per esaminare tutte queste problematiche gli organizzatori della conferenza hanno scelto di invitare relatori italiani. “Russia Calls Italy”, si potrebbe dire, parafrasando il titolo del concorso per giovani stilisti “Italy Calls Russia” (il cui vincitore è stato selezionato proprio durante la conferenza). Quindi, la Russia, per il nostro Paese, potrebbe diventare non solo un importante mercato, ma un possibile partner nella realizzazione di nuovi progetti nei diversi settori, dall’istruzione professionale alla riorganizzazione dell’industria, allo sviluppo della distribuzione e delle nuove tecnologie. “La Russia – ha dichiarato a Pambianco Magazine il Presidente della Cnmi Carlo Capasa – per noi è un importante consumatore, anche se ultimamente il business è decresciuto del 40% circa. Però abbiamo potuto cogliere dei segnali positivi, almeno per il 2017, e, soprattutto, abbiamo visto che non c’è alcun segno di chiusura verso l’Italia, anzi, ci sono importanti aperture a varie forme di collaborazioni. Ovviamente, il percorso è lungo, e la Russia in questo momento ne sta affrontando solo il primo passo”. Hanno partecipato anche Sara Maino di Vogue Talents e Mauro Galligari di Studiozeta, nel panel dedicato ai giovani creativi e talent scouting; Giulio di Sabato, nella duplice veste del titolare di Sari Spazio e del Presidente dell’Assomoda, nella discussione sulle sorti del fashion retail, tra l’e-commerce e la distribuzione tradizionale; Filippo Ceroni di Grazia Bagnaresi, nella seduta sulle tecnologie del futuro nella produzione industriale. Anche il panel sull’istruzione professionale dei giovani stilisti è stato affidato ai rappresentanti di scuole di moda italiane: Giulia Bedone (Instituto Marangoni), Sara Azzone (Ied), Barbara Trebitch (Domus Academy) e Danilo Venturi (Polimoda). “La nostra scuola – ha spiegato quest’ultimo a Pambianco Magazine – può essere un interlocutore privilegiato per istituzioni, università e aziende nello sviluppo di un vero sistema moda in Russia. Abbiamo tutto il know-how e il network possibile per produrre qualità e innovazione, per formare i loro designer come veri e propri brand e per creare una cultura diffusa della moda contemporanea, soprattutto tra le nuove generazioni, molto ricettive in questo paese”. Parlando dell’importanza del convegno per la Russia, Alexander Shumsky, AD del Russian Fashion Councim (Rfc), organizzatore della Mbfw Russia e del Fashion Futurum, ha sottolineato che “l’industria sta cambiando molto velocemente, quindi diventa di vitale importanza per la moda russa captare i nuovi trend per inserirsi nel quadro mondiale. Siccome la nostra realtà di oggi può essere definita come start-up, dovremmo costruire la strategia dello sviluppo di tutto il settore tenendo conto di tutte le novità della moda mondiale. Proprio questo è stato discusso al Fashion Futurum, e sarà affrontato alle prossime edizioni che diventeranno annuali”.
di Oxana Senchenko