Al via il re-shoring di Marina Militare dalla Cina all’Italia che, già da quest’anno, produrrà il 40% dei capi made in Italy. “Noi rappresentiamo un marchio nazionale – ha dichiarato a il Sole-24 Ore Saverio Panerai, titolare insieme al fratello Carlo della Iccab che ha la licenza di produzione e distribuzione dallo Stato Maggiore della Marina Militare fino al 2020 – e a maggior ragione siamo contenti di produrre in Italia, dove abbiamo intenzione di rimanere se ci sono convenienze. In Italia, abbiamo trovato realtà attrezzate, soprattutto in Emilia-Romagna e in Toscana, che ci assicurano un prodotto di qualità. La differenza dei capi fatti in Italia si vede, ed è apprezzata dal mercato”.
La Icaab chiuderà l’anno con un fatturato di 25 milioni di euro, per il 30% generato dall’export, in crescita del 10% sul 2014 grazie al traino dei nuovi negozi e delle collezioni donna e bambino. “Il vero salto dimensionale è programmato per il prossimo anno – aggiunge Panerai – con la previsione di un raddoppio del fatturato”. Oltre all’espansione di Marina Militare, che pesa per il 60% sui conti, Iccab (dal cognome del nonno-fondatore, Bacci, scritto al contrario) punterà a rilanciare alcuni marchi propri come j.d. farrow’s, e Wilker.