Le calzature made in Usa soffrono sui listini. A cominciare da Under Armour che, giovedì scorso, ha comunicato i dati in chiaroscuro relativi al terzo trimestre. Il marchio di activewear americano ha chiuso i tre mesi al 30 settembre con ricavi in crescita del 28% a 1,2 miliardi di dollari (circa un miliardo di euro) e con un utile netto a quota 100 milioni. Il gruppo di Baltimora, forte del suo primo trimestre a oltre un miliardo di dollari, stima per l’intero esercizio un utile operativo in crescita del 15% a 408 milioni, a fronte di un turnover di quasi 4 miliardi (+27 per cento). Nonostante la crescita, il titolo della società, quotata al Nyse, venerdì sera ha chiuso con una perdita che sfiora il 2% (-1,91 per cento). A preoccupare gli investitori, l’assottigliamento degli utili: la società, infatti, per il quarto trimestre ha previsto un calo dei margini superiore a quanto ipotizzato in precedenza. Questo, a causa degli sforzi per sostenere l’espansione in nuovi mercati e in nuove categorie merceologiche.
La giornata di venerdì non è stata positiva per i titoli delle aziende calzaturiere quotati in Borsa. Skechers ha perso fino al 35% dopo aver condiviso i dati non brillanti del terzo trimestre. Male anche Crocs (-2,6%), Steve Madden (-6,4%), Nike (-1,4%) e Deckers (-6,7 per cento).