Il rallentamento dei consumi di abbigliamento in Cina, la crisi in Russia e l’apprezzamento, per la prima parte dello scorso anno, dell’euro sulle altre valute, si fanno sentire sui conti 2014 di Ermenegildo Zegna che ha chiuso l’anno con un fatturato di 1,210 miliardi di euro rispetto a 1,27 miliardi del 2013. L’ebitda è 185 milioni di euro (15,3% delle vendite) e l’utile netto è di 71 milioni di euro su cui hanno pesato negativamente oneri fiscali straordinari e i costi di rilancio del marchio Agnona. Il rallentamento generalizzato, però, non mette in crisi la fiducia del gruppo sul futuro. Il Gruppo guidato da Gildo Zegna ha evidenziato, infatti, “investimenti significativi in Italia pari a 20 milioni di euro” per rafforzare il controllo della filiera con la messa a regime del nuovo stabilimento di San Pietro Mosezzo (Novara), dei poli outerwear, pelletteria e calzature a Parma e della maglieria a Verrone (Biella).
“Insediamenti produttivi – spiega il Gruppo nella nota – realizzati per garantire prodotti di sempre più alto livello qualitativo e di servizio, oltre che rispettosi delle norme a tutela dell’ambiente e della salute, nei quali, negli ultimi due anni, sono state assunte più di 200 persone e dove restano tutt’ora scoperti numerosi posti di lavoro”. Inoltre, ha aggiunto il numero uno dell’azienda, Gildo Zegna, “anche nel 2015 continueremo a sostenere progetti di aiuto alle comunità locali e di difesa dell’ambiente, destinando oltre il 5% degli utili netti. A cui si aggiungono l’impegno per la riqualificazione e lo sviluppo del territorio dell’Oasi Zegna, con ricadute importanti e positive per la comunità locale, e il sostegno a giovani talenti con il finanziamento, per esempio, della Ermenegildo Zegna Founder Scholarship, che nel 2014 ha assegnato le prime 14 borse di studio destinate all’alta specializzazione internazionale di laureati, nati o stabilmente residenti nel nostro Paese, che si impegnano a rientrare in Italia dopo il periodo formativo all’estero”.
Tornando ai dati, l’export ha inciso per oltre il 90% sul totale delle vendite. La Cina, seppur in frenata, continua a essere il mercato più importante, seguita dagli Usa. A fine 2014 i negozi monomarca erano 525, di cui 298 gestiti direttamente. Nel 2015 sono previsti miglioramenti e nuove aperture su mercati strategici, a partire dagli Usa (Miami e New York) e Giappone (Osaka e Tokio-Ginza).