Qualità totale, cultura di prodotto, costruzione manuale e capitale umano sono i fattori che determinano la realizzazione di una grande scarpa maschile. Alla filosofia di questo prodotto secondo Santoni, realtà calzaturiera marchigiana capace di crescere (oltre 500 dipendenti) in un periodo nero per l’economia, è dedicato l’ultimo volume della collana “Mestieri d’arte“, edito da Marsilio con Fondazione Cologni. In “Costruttori di bellezza“, il racconto del giornalista specializzato Andrea Guolo si accompagna alle immagini della fotografa Susanna Pozzoli nel ricostruire non solo la vicenda imprenditoriale di una famiglia, ma dando anche voce e volto ai suoi artigiani più qualificati.
Spazio dunque a Luigi, montatore a mano, così come al fresatore Fabio, alla velatrice Michela e a tanti altri preziosi collaboratori che quotidianamente si impegnano per ottenere la calzatura perfetta, tutta made in Italy, totalmente realizzata all’interno della fabbrica come si faceva tanti anni fa, senza fretta, dedicando attenzioni “maniacali” a ogni passaggio produttivo. Trasformare l’alto artigianato in progetto industriale è l’utopia che si realizza nella fabbrica dei Santoni, partendo dall’uomo classico per arrivare alla sneaker e alla collezione femminile. La velatura, ovvero la colorazione artistica (affidata a ragazze diplomate in scuola d’arte) dei pellami utilizzati, è l’elemento distintivo che dalle scarpe si è trasmesso alla pelletteria e ora anche ai cinturini d’orologio.