È una storia di arte e design quella che lega Francesca Amfitheatrof al mondo dei gioielli. Così potrebbe iniziare, se esistesse, un romanzo ispirato alla designer, nata in Giappone, ma di nazionalità inglese, nuova direttrice creativa di Tiffany&Co. L’approdo nella sezione creativa della maison di gioielli risale a settembre 2013, dopo una carriera più che ventennale nei campi dell’arte e della creazione di gioielli, profumi e arredamento di interni.
Un master al Royal College of Art e disegni per Chanel, Fendi, Alice Temperley, Marni, Asprey & Garrard, Kauffman Stanley, Muriel Brandolini, Wedgwood Stoke. Il suo background le permette di spaziare fino al mondo dell’arte, come consulente di musei e privati in tutto il mondo.
Solo un luogo d’arte come il Pac (Padiglione d’arte contemporanea) di Milano poteva, dunque, ospitare la presentazione all’Italia della sua collezione d’esordio ‘Tiffany T‘.
L’opera prima segna una virata di stile per il brand di alta gioielleria che si avvia verso un minimalismo geometrico, entrando nell’era del ‘modern design’.
La Amfitheatrof reinterpreta la ‘T’ del marchio rendendola più appealing anche per un target giovane e metropolitano. Le creazioni si ispirano, infatti, alle architetture newyorkesi con le loro linee spezzate e curve. Oro rosa, giallo e bianco vengono declinati in bracciali sottili e leggeri oppure maestosi e rigidi; in catene di diverse lunghezze, oltre a pendenti, anelli e orecchini.
Alcuni pezzi si illuminano di diamanti e pietre preziose. Fonte di luce nelle buie ‘street’ di una metropoli notturna.