Si allunga la lista dei marchi della moda scesi a patto con il fisco (il caso che ha registrato più clamore è quello di Dolce & Gabbana). Stavolta tocca a Giorgio Armani. Secondo quanto ricostruito da ilSole-24Ore, lo stilista ha versato all’amministrazione finanziaria 270 milioni di euro, per pagare le imposte di tre società estere che fanno parte del gruppo, sui periodi tra il 2002 e il 2009.
Come si legge ancora sul quotidiano, dal 2000 il gruppo ha portato avanti una strategia di diversificazione attraverso la creazione di una serie di società operative localizzate in diverse parti del mondo, preceduta da un interpello delle autorità fiscali nazionali. Dal 2009, poi, con l’arrivo del nuovo management, la direzione strategica e il domicilio fiscale sono passati in Italia, nell’ottica di semplificazione e di potenziamento delle risorse interne. In particolare, è stata incorporata una società controllata con sede in Svizzera, (GA Modefine S. A.) che gestiva la commercializzazione estera dei prodotti del gruppo, anche se è stata mantenuta una sede secondaria operativa a Mendrisio, che risulta ancora attiva.
A quel punto, la questione è finita nel mirino dell’Agenzia delle Entrate, in particolare quella che riguarda la nozione giuridica di residenza fiscale societaria. Secondo la Guardia di Finanza, infatti, le società estere, anche prima del 2009, avrebbero dovuto avere l’effettivo domicilio fiscale in Italia. Con l’accordo trovato, di fatto, il Gruppo paga le imposte dal 2002 al 2009 e chiude ogni contestazione fiscale.