La verifica avviata dall’Agenzia delle Entrate su Safilo nel corso del 2011 per l’annualità 2007 e successivamente estesa alle annualità 2008, 2009, 2010 e 2011 si è conclusa con rilievi aventi ad oggetto il cosiddetto transfer pricing (ovvero la determinazione dei corrispettivi nelle transazioni infragruppo), la definizione di “beneficiario effettivo” (ovvero l’applicabilità di ritenute ridotte su finanziamenti raccolti sul mercato obbligazionario lussemburghese) e le modalità di tassazione dei dividendi esteri. Tali rilievi hanno determinato maggiori oneri per un totale complessivo di 21 milioni di euro, di cui 7 milioni già accantonati nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2012 – da corrispondere in 12 rate trimestrali a partire da febbraio 2014.
Il gruppo sottolinea in una nota che “ha sempre agito nel rispetto delle disposizioni di legge vigenti, interpretate alla luce della prassi e della giurisprudenza disponibili all’epoca dei fatti, come illustrato dettagliatamente nei documenti difensivi predisposti” e il gruppo di occhialeria “rimane quindi convinto della correttezza del proprio operato”.
Nonostante questo, Safilo ha deciso di accettare la proposta di definizione del contenzioso, “poiché le materie oggetto della contestazione sono di natura valutativa e/o interpretativa, come nel caso del giudizio di congruità dei prezzi praticati a consociate estere. Esse si prestano pertanto a divergenti posizioni con esiti difficilmente prevedibili nell’ambito di procedimenti contenziosi peraltro estremamente lunghi e costosi”, conclude la nota.