La recessione continua a colpire i marchi della moda italiana. Fornari, il calzaturificio di Civitanova Marche cui fa capo il marchio di abbigliamento e accessori Fornarina, ha chiesto “l’ammissione alla procedura di concordato preventivo in attesa di definire un accordo di ristrutturazione dei debiti con il sistema bancario”. In una lettera firmata dall’amministratore Lino Fornari ai dipendenti dell’azienda, già venerdì scorso il gruppo avrebbe rassicurato i lavoratori circa la “normale prosecuzione dell’attività d’impresa da parte della nostra società e della nostra volontà di volervi creare il minor disagio possibile”. Inoltre nelle prossime settimane sarebbe previsto un incontro per la gestione della crisi.
Oggi, la società ha confermato il concordato, con una nota ufficiale. Precisando di essere “in fase di definizione di un accordo che presenterà nei tempi previsti per ristrutturare e continuare il percorso di crescita e internazionalizzare già intrapreso negli ultimi anni”. Il piano di sviluppo “interessa Est Europa, Russia, Asia orientale e occidentale e Sudafrica. In Russia il piano di aperture conta di raggiungere 30 opening in un triennio”. In Est Europa sono in previsione quattro nuove aperture nei primi mesi del 2013 mentre il 2012 si chiude con sei monomarca tra Repubblica Ceca, Ucraina e Bulgaria. Nel Medio Oriente sono stati recentemente aperti due negozi a Beirut. Fornarina oggi conta 60 store e 2.400 punti vendita wholesale.
Il gruppo, a cui fa capo anche il brand Barleycorn, da tempo soffriva il rallentamento dei mercati soprattutto dell’area Sud Europa. Già nel 2009 l’azienda aveva concordato con i dipendenti la formula del contratto di solidarietà che prevedeva la riduzione dell’orario di lavoro con un’integrazione al reddito messa a disposizione da parte della regione Marche per scongiurare il licenziamento di 55 persone.