Utile e redditività in calo per i primi nove mesi del 2011 di Geox. Infatti l’azienda di Montebelluna ha chiuso il periodo in oggetto con un utile netto in calo a 63,2 milioni euro rispetto ai 72,4 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Anche l’Ebitda è sceso a 131,7 milioni, pari al 17,1% del fatturato contro i 143,3 milioni dei primi nove mesi del 2010. La diminuzione dei margini, rispetto ai primi nove mesi del 2010, è dovuta all’andamento sfavorevole dei cambi, dei prezzi delle materie prime e della manodopera nei paesi di approvvigionamento.
Il fatturato consolidato invece ha raggiunto quota 768,7 milioni in aumento del 4% rispetto ai 736,5 milioni del 2010. In particolare le calzature hanno rappresentato circa l’85% dei ricavi consolidati, attestandosi a 655,5 milioni (+3%). L’abbigliamento è stato pari al 15% delle vendite a 113,2 milioni (+16%). Il mercato italiano, che rappresenta il 40% dei ricavi del gruppo, ha evidenziato una crescita del 7% a 303,6 milioni, rispetto a 284,3 milioni dei primi nove mesi del 2010. Per quanto riguarda i canali di vendita, i negozi multimarca (wholesale) che contano il 57% delle vendite hanno registrato una diminuzione del 3%, controbilanciata da un aumento del 16% dei negozi propri e dei franchising, che valgono il 43% del fatturato del gruppo.
La situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda guidata da Mario Moretti Polegato ha evidenziato una posizione di cassa pari a 56,9 milioni (92,1 milioni al 31 dicembre 2010). Nel periodo sono stati effettuati investimenti per 26,5 milioni di euro di cui 16,3 milioni per nuove aperture. Il rapporto del capitale circolante netto operativo sui ricavi degli ultimi dodici mesi si è attestato al 32,2% rispetto al 28,7% dei primi nove mesi del 2010.
La diversificazione di prodotto ancora in atto, l’aumento dei costi di approvvigionamento, l’esposizone al wholesale e gli investimenti per l’ulteriore sviluppo del retail sono i fattori che hanno portato il Gruppo ad avere un peggioramento dei margini e della propria struttura patrimoniale. Inoltre, sul lato delle vendite, l’azienda di Montebelluna ha scontato la mancata presenza in Asia, mercato di traino per altri gruppi della moda e del lusso in questa fase storica.
La società ha anche dichiarato che, sulla base del fatturato realizzato nei primi nove mesi, del portafoglio ordini da evadere della stagione corrente e delle ipotesi relative alle vendite nei negozi di proprietà nel quarto trimestre, ritiene di poter confermare per fine esercizio la crescita del fatturato, in valore assoluto, registrata a settembre.